Continue vessazioni, atteggiamenti aggressivi, le attenzioni indesiderate nei confronti di una donna, costretta a chiudersi in casa per sfuggire alle molestie. Alla fine, una coppia di origini indiane di Villa Saviola di Motteggiana, in provincia di Mantova, non ce l’ha fatta più e ha ucciso il vicino di casa, un connazionale di 43 anni, Kumar Rajiv. I coniugi, rispettivamente di 45 e 32 anni, sono stati arrestati.
I due sono ritenuti ‘gravemente indiziati’ di concorso nel delitto di omicidio volontario premeditato. Secondo quanto ricostruito dalle indagini dei Carabinieri, coordinate dalla Procura della Repubblica di Mantova, da tempo la vittima teneva un comportamento definito da militari “ossessivo e vessatorio” nei confronti della coppia. In particolare, il 43enne, che a suo carico aveva anche precedenti per altri reati, si era invaghito della donna diventando pericoloso. Quest’ultima in alcune occasioni era anche stata costretta a chiudersi in casa per evitare le attenzioni del connazionale. Un uomo noto nella comunità per i suoi atteggiamenti aggressivi che aveva manifestato anche nei confronti dei due figli, di 6 e 8 anni, della coppia.
L’omicidio è quindi maturato in questo contesto, ricostruito dai Carabinieri, che hanno immediatamente interrogato i vicini di casa e visionato i filmati ripresi dalle telecamere di videosorveglianza presenti in zona. “Fin dai primi momenti – ha spiegato il tenente colonnello Francesco Garzya, comandante della Compagnia dei Carabinieri di Gonzaga – è parso chiaro che a compiere l’efferato delitto non poteva che essere stata una persona a lui molto vicina. Il comportamento della vittima, nel tempo, nei confronti della famiglia era diventato ossessivo e vessatorio”.
A scoprire il corpo senza vita del 43enne erano stati i Vigili del Fuoco della Compagnia di Suzzara, intervenuti il giorno di Pasqua perché alcuni residenti in zona avevano visto fuoriuscire del fumo dall’abitazione della vittima. Quando i vigili del fuoco sono entrati hanno trovato l’uomo a terra, già senza vita, con plurime ferite sul corpo generate da oggetto contundente e un pentolino sul fuoco. I Vigili del fuoco hanno allertato subito i Carabinieri, che sono intervenuti prima che i due coniugi distruggessero le prove: marito e moglie infatti, avevano cercato di liberarsi dell’arma del delitto – un tubo metallico – e dei vestiti sporchi di sangue gettandoli nelle campagne circostanti, ritrovati però grazie alle testimonianze raccolte e ai filmati visionati. Ora i due arrestati si trovano nel carcere di Mantova, a disposizione dell’autorità giudiziaria.