L’economia mondiale collassa sotto il peso del coronavirus: una recessione globale così intensa non si viveva dalla Grande Depressione degli anni 1930. Così il Fondo monetario internazionale descrive il ‘Great Lockdown‘, la grande chiusura; una crisi senza precedenti, una sorta di guerra, con la “continua incertezza sulla durata e l’intensità dello shock”. Intanto, secondo le stime aggiornate del World Economic Outlook, l’economia globale si contrarrà del 3 per cento nel 2020. L’Italia in particolare vedrà il proprio pil calare del 9,1% quest’anno: una flessione con la quale è fanalino di coda del G7 e fra le peggiori nell’Eurozona. Solo la Grecia con un pil in calo del 10% fa peggio. Ma la recessione investe tutti i Paesi e peserà anche sul 2021, anno in cui è prevista una “ripresa parziale con il livello del pil che resterà decisamente al di sotto del trend pre-virus”. Anche per questo, il Fmi sottolinea che “nell’area euro, dove diversi paesi sono stati colpiti duramente” dal coronavirus, “un significativo sostegno europeo mirato a questi paesi dovrebbe essere complementare agli sforzi nazionali”. Gli aiuti mirati dell’Europa aiuterebbero a far fronte a “uno shock comune molto forte e puramente esogeno“.
Il mondo – L’economia globale sarà travolta dal coronavirus: il pil calerà del 3% nel il 2020, ovvero 6,3 punti percentuali in meno rispetto alle stime di gennaio. Uno scenario decisamente peggiore della crisi del 2008 (pil -0,1%). Assumendo che la pandemia svanisca nella seconda metà dell’anno, il Fondo prevede per il 2021 un pil in crescita del 5,8%. Ma se così non fosse, afferma il capo economista del Fmi Gita Gopinath, la contrazione sarebbe ben peggiore. “Se la pandemia non si dirada nella seconda parte dell’anno” il pil mondiale potrebbe calare “di più: un ulteriore 3% nel 2020 se la pandemia si protrarrà di più quest’anno. Se la pandemia continuasse nel 2021″ il pil “potrebbe calare di un ulteriore 8% rispetto al nostro scenario di base”.
L’Italia – L’economia italiana si contrarrà quest’anno del 9,1% dopo essere cresciuta dello 0,3% nel 2019. Secondo il Fmi nel 2021 ci sarà una ripresa, con il pil in aumento del 4,8%. Rispetto a gennaio 2020, le previsioni per l’Italia nel 2020 sono state riviste al ribasso del 9,6%, mentre quelle per il 2021 sono state alzate del 4,1%.
L’Eurozona – Il pil dell’area euro nel suo complesso calerà nel 2020 del 7,5% per poi salire del 4,7% nel 2021. Per la Germania e la Francia sono previste contrazioni quest’anno rispettivamente del 7% e del 7,2%. Il pil spagnolo è atteso calare dell’8%, mentre quello britannico del 6,5%. Il 2021 sarà l’anno della ripresa con la locomotiva tedesca che segnerà una crescita del 5,2%, mentre la Francia del 4,5%. Per la Spagna è previsto un pil in aumento del 4,3%.
Gli Usa – Il pil americano calerà quest’anno del 5,9% per poi crescere del 4,7% nel 2021. Lo stima il Fmi rivedendo al ribasso del 7,9% le previsioni per il 2020 rispetto a gennaio, ma alzando del 3% quelle per il 2021. Il tasso di disoccupazione è atteso salire del 10,4% nel 2020 e scendere al 9,1% nel 2021.
I disoccupati – In Italia nel 2020 il tasso di disoccupazione salirà al 12,7% dal 10% del 2019. Il Fmi stima un tasso in calo poi al 10,5% nel 2021. Il 12,7% dell’Italia si confronta con una media dell’Eurozona al 10,4% quest’anno e all’8,9% il prossimo. Per la Francia il Fondo prevede una disoccupazione in aumento dall’8,5% del 2019 al 10,4% sia nel 2020 sia nel 2021. La Spagna vedrà aumentare i disoccupati dal 14,1% dello scorso anno al 20,8% del 2020 e il 17,5% del prossimo anno. In Germania la disoccupazione salirà ma di poco, passando al 3,9%.
Le risposte di bilancio e gli aiuti ai Paesi – Le ricadute economiche del coronavirus “riflettono shock acuti in particolari settori e per questo la politica deve attuare misure di bilancio e monetarie mirate a sostegno di famiglie e imprese. Le risposte di bilancio nei paesi colpiti sono state rapide e consistenti in diverse economie avanzate (come Australia, Francia, Germania, Italia, Giapponese, Spagna, Gran Bretagna e Stati Uniti)”, afferma il Fmi, secondo il quale le misure di bilancio dovranno essere rafforzate nel caso lo stop dell’economia sia persistente o la ripresa delle attività troppo lenta. “Una forte cooperazione multilaterale è essenziale per superare gli effetti della pandemia, inclusi aiuti finanziari ai paesi che hanno limiti di azione e sono presi fra lo shock sanitario e quello di reperire risorse”, sottolinea il Fondo. “In alcuni parti dell’Europa l’epidemia è stata severa quanto nella provincia di Hubei in Cina”, aggiunge il Fmi.
“I paesi devono continuare a spendere generosamente sui loro sistemi sanitari. Mentre l’economia è ferma la politica deve anche assicurarsi che la popolazione sia in grado di centrare i proprio bisogni e le imprese siano in grado di partire una volta che la fase acuta della pandemia è passata”, mette in evidenza il capo economista del Fmi Gita Gopinath. “Le ampie, tempestive e mirate politiche di bilancio e monetarie già prese sono state ancora di salvezza per le famiglie e le imprese – aggiunge Gopinath – Questo sostegno deve continuare durante la fase del contenimento per minimizzare le cicatrici che potrebbero emergere dai deboli investimenti e dalle perdite di posti di lavoro”. Il capo economista del Fondo sottolinea infine la forte incertezza: “Le risposte politiche nazionali e internazionali devono essere forti, dispiegate rapidamente e ricalibrate con l’emergere dei dati”, conclude Gopinath.