Televisione

Costantino Della Gherardesca si racconta: “Un goffo come me può essere stron*o. Ai belli non è concesso. Perché vado dalla D’Urso? Meglio dove si parla della Moric che morde un cane che un talk politico”

Il conduttore che può dirsi molto soddisfatto per il grande successo di questa edizione del suo Pechino Express si è raccontato a FQMagazine. Dall'adventure game (con qualche aneddoto divertente), alla partecipazione prossima a Ballando con le Stelle, fino alla tv e all'isolamento: "Mi rattrista, come penso a tutti. Io poi vivo a Milano e la amo ma vedo che tutto un immaginario sull’efficiente e produttiva Lombardia è andato in fumo in poche settimane. Ma sono certo che ci daremo da fare per rimettere tutto in moto"

di Francesco Canino

A un passo dal traguardo finale, quello di Seul, è scattato il toto vincitore di Pechino Express 8: ce la farà Enzo Miccio a strappare la vittoria o il presunto spoiler della vigilia è solo un bluff? L’unica certezza per ora è che Costantino della Gherardesca può gongolare per il successo del programma: dopo qualche edizione un po’ debole, il format ha ritrovarlo lo slancio di un tempo, grazie al cast e al ritorno in Cina. “E grazie al fatto che sono tornato a essere più cattivo”, ironizza il conduttore, che a poche ere dal gran finale racconta a Il Fatto Quotidiano i segreti del programma, la sua prossima avventura da concorrente di Ballando con le stelle e la sua stramba quarantena romana.

Costantino, come se l’è spiegato il successo dell’ottava stagione?
Sono sincero: mi aspettavo che i piccoli cambiamenti al format avrebbero inciso positivamente sugli ascolti. In più c’era attesa dovuta allo slittamento della messa in onda e il ritorno in Cina ha suscitato grande curiosità.

Come le avete pensate le modifiche?
Sono state condotte delle ricerche di mercato da cui è emerso che il pubblico voleva meno viaggio e una gara più difficile. Quanto a me, mi volevano più cattivo. Evidentemente mi sono rammollito con l’età (ride). Inconsapevolmente mi hanno invitato a nozze e così abbiamo superato la fase più politically correct.

È tornato ad essere più cattivo?
Sono tornato ad essere me stesso. Quando un uomo è goffo come me, si può permettere di essere stronzo in tv. Ai belli non è concesso.

La voglia di evasione e intrattenimento in pieno lockdown vi ha aiutato?
All’inizio il pubblico guardava solo programmi d’informazione perché c’era voglia di capire e sapere. Poi dopo qualche settimana è scoppiato un effetto rebound e una voglia irrefrenabile d’intrattenimento: gli ascolti e le permanenze parlano chiaro. In generale, non trovo elegante parlare di ascolti, ancora meno in questo periodo.

Cosa dobbiamo aspettarci dalla finale di questa sera?
Molto K Pop (la musica pop della Corea del Sud, ndr) e grandi sorprese. Seul è la città del futuro. Quando siamo arrivati, siamo rimasti impressionati dai robot assistenti che in aeroporto ti accompagnano verso i nastri dei bagagli. C’è un distacco culturale ed economico enorme e i concorrenti non hanno potuto fare i “missionari” in Corea: ci siamo risparmiati quelle orrende pantomime che detesto, del genere «che carini, non hanno nulla ma ci hanno aperto e dato da mangiare». I disgraziati eravamo noi.

C’è uno spoiler sulla presunta vittoria dei Wedding Planner che agita i social.
Non posso anticipare nulla. Ma voglio rivelare che ci sarà un momento cult, assolutamente divino, in cui nascerà una star della tv italiana: è la cosa più camp mai trasmessa prima.

La sua coppia preferita?
Non lo dirò mai. Deve sapere che lo sport preferito dei concorrenti di tutte le edizioni è offendersi e prendersela con me.

Di Enzo Miccio che pensa?
Per lui l’importante è partecipare non esiste: è venuto unicamente per vincere. La prova più difficile è stata scrivere la lettera a Carolina, la sua assistente: esternare i sentimenti per lui è molto difficile e in quella scena mi ha fatto tenerezza. Per il resto della gara no: è una iena.

La scena cult di questa edizione?
Quando la Polizia coreana ha chiamato i servizi sociali per i Gladiatori: quando hanno visto due italiani con lo zaino e vestiti male – parlo di Max Giusti e Marco Mazzocchi – pensavano fossero due indigenti. Ho riso fino alle lacrime.

L’alleanza tra i Wedding Planner e i Gladiatori esisteva?
Certo. Solo le Collegiali ci hanno messo un po’ a capirlo. Poi Miccio li ha fatti fuori dal gioco, ha sparigliato ogni accordo.

Soleil Sorge e sua mamma Wendy l’hanno accusata duramente: hanno detto che lei ha aizzato il cyber bullismo nei loro confronti.
L’accusa è folle, ovviamente. Hanno fatto come Corinne Clery, che davanti a me faceva sorrisoni e dietro l’angolo insultava il povero Angelo, poi dava la colpa a me. Abbiamo solo riportato in tv quello che è successo, non abbiamo inventato nulla. A Soleil l’ho detto: “Ti conviene essere più genuina in tv”. Credo che l’abbiano capito perché si sono ricredute e ora mi riempiono di cuori su Instagram.

È già tempo di un’edizione all stars?
Non ancora. In tanti mi chiedono l’edizione nip, altri ancora un’edizione europea: quella non si può fare perché l’autostop in Europa è illegale.

Ma Pechino Express 9 quando si farà visto che il Coronavirus congela viaggi e spostamenti?
Sì farà, ma non so quando perché la situazione è in grande evoluzione. Potrebbero esserci degli intoppi burocratici soprattutto per i sopralluoghi, che sono una parte fondamentale.

Tornerete in Asia?
Non c’è nulla di deciso: oltre a Rai e Magnolia decide anche la produzione belga che è coinvolta e io non metto mai bocca. Anche se in passato ho detto un no tassativo ad alcune proposte.

Ha altri progetti in ballo con Rai 2?
Stiamo valutando dei format ma è presto per parlarne. Ho avuto modo di conoscere Ludovico Di Meo, nuovo direttore di rete, e c’è stata una buona intesa.

Intanto sarà nel cast di Ballando con le stelle. Quando comincia?
Quando la Rai darà il via libera e le misure di sicurezza lo permetteranno. Io intanto sono qui a Roma, mi alleno via Skype e faccio consulti con un ortopedico per monitorare la situazione delle mie gambe.

Perché?
Ho avuto due incidenti da giovane, a seguito dei quali zoppico leggermente. Una volta fui travolto da una frana e mi ruppi una gamba, la seconda volta caddi rovinosamente: producevo servizi fotografici in Australia e in una casa abbandonata finii in una piscina vuota. Milly Carlucci mi ha fatto visitare a distanza da un ortopedico, il quale ha stabilito che non ho molto equilibro e dunque devo fare esercizi extra e addominali.

Sul palco cosa farà?
Milly mi ha lasciato carta bianca su balletti, costumi e coreografie. Ovviamente mi atterrò a ciò che dicono i maestri ma non avrei mai accettato di fare un valzer in smoking. Ballerò con una donna e voglio che ogni coreografia sia un racconto ispirato a vecchie storie d’amore.

È pronto a litigare con Selvaggia Lucarelli e gli altri giudici?
Il coltello della parte del manico ce l’hanno loro. Ovviamente se mai faranno Pechino mi vendicherò a tempo debito. Detto questo, io sono come Miccio: punto a vincere, non a partecipare (ride).

Lei che è considerato radical chic, cosa c’entra con un programma ultra pop come Ballando?
A volte mi danno del radical chic, a volte del liberale di destra. L’unica cosa vera è che vado nel Kerala, che è strapieno di sostenitrici di Corbyn: in mezzo a loro io sono un liberale e consumista. Detto questo, Ballando ha una doppia lettura e mi piaceva mettermi in gioco, mi sono chiesto se i miei fan mi avrebbero voluto vedere lì e mi sono risposto di sì. In passato mi hanno chiesto di fare l’Isola dei Famosi e la prima cosa che ho domandato è stata: “È vero che non si mangia?”. Mi hanno detto che era vero e ho rifiutato.

Oltre che per il cachet, che ci fa invece nei salotti della D’Urso?
Perché non ci dovrei andare se m’invitano? Le puntate sull’affaire Prati erano arte, così come Temptation Island: conosco dei neuro scienziati che guardano i programmi della De Filippi e lo fanno senza pregiudizi. È chiaro che mi diverte di più stare in un posto dove accusano la Moric di morsicare un cane che non in un talk politico.

Non la imbarazza la D’Urso che recita l’Eterno riposo con Salvini?
Seguo le religioni orientali, queste cose levantine non m’interessano. L’avrei trovato più grave se fosse andata in onda sul servizio pubblico. Di certo poi l’economia e sanità si ricostruiscono con i soldi, non i rosari recitati.

Che impressione le fa l’Italia in quarantena?
Mi rattrista, come penso a tutti. Io poi vivo a Milano e la amo ma vedo che tutto un immaginario sull’efficiente e produttiva Lombardia è andato in fumo in poche settimane. Ma sono certo che ci daremo da fare per rimettere tutto in moto quanto prima.

Da viaggiatore incallito, sta già pensato ai prossimi viaggi da fare?
Mi manca poter viaggiare e uscire, mi manca l’India e Bangkok. Sono molto influenzato dall’ambiente che mi circonda e sto meglio tra le piante di banano e i monaci vestiti color zafferano. Di sicuro tornerò in Kerala e poi vorrei scoprire meglio il nord dell’Europa, dalla Svezia all’Olanda, dove manco da tempo.

Costantino Della Gherardesca si racconta: “Un goffo come me può essere stron*o. Ai belli non è concesso. Perché vado dalla D’Urso? Meglio dove si parla della Moric che morde un cane che un talk politico”
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