Cronaca

Coronavirus, controlli del Nas in Rsa e strutture per anziani: 15 chiusure. Su 601 verifiche il 17% è risultato irregolare

Nelle 104 strutture non in regola, 61 persone sono state denunciate e 157 sanzionate. Complessivamente, dall’inizio dell’anno i carabinieri hanno eseguito controlli in 918 centri, di cui 183 sono risultati irregolari

Operatori non formati per prevenire la diffusione dell’epidemia, mancanza o carenza di mascherine, gravi carenze strutturali ed organizzative. Da inizio dell’epidemia sono 15 le strutture per anziani chiuse dai carabinieri del Nas. Le ispezioni e le verifiche su 601 tra Rsa, centri di riabilitazione e lungodegenza e case di riposo hanno permesso di verificare che il 17% presentava irregolarità relative alla gestione delle procedure e degli spazi riservati a possibili casi di positività per il Covid-19. Nelle 104 strutture non in regola, 61 persone sono state denunciate e 157 sanzionate. Complessivamente, dall’inizio dell’anno i Nas hanno eseguito controlli in 918 centri, di cui 183 sono risultati irregolari, circa il 20%.

A Taranto, ma l’epidemia di Sars Cov 2 ancora non si era diffusa, i carabinieri avevano chiuso una struttura senza requisiti che pur ospitava anziani con patologie psico-fisiche. A Campobasso invece a febbraio è stato scoperto un alloggio abusivo per persone non autosufficienti e affette da patologia psichiatrica. A Reggio Calabria dopo una ispezione è stata disposta la chiusura di una casa di riposo per anziani poiché priva di autorizzazione. In Umbria sono stati denunciati cinque titolari di strutture dove anziani invalidi venivano dichiarati autosufficienti per aggirare le previste autorizzazioni regionali e ridurre il personale qualificato per l’assistenza. A Torino il mese scorso sette infermieri professionali dipendenti di una residenza sanitaria assistenziale sono stati denunciati per aver somministrato a un ospite, affetto da co-morbilità, numerose quantità di farmaci antispastici, antidiarroici ed antibiotici, non prescritti dal medico di famiglia. Denunciato anche il direttore sanitario che ometteva la prescritta vigilanza.

Sono alcune delle storie che sono emerse dai controlli eseguiti dai carabinieri del Nas nelle Rsa e nelle strutture. Ispezioni e verifiche che si sono intensificate dopo la dichiarazione di emergenza di febbraio. A marzo le gravi gravi carenze igienico-sanitarie e strutturali hanno portato alla chiusura in una struttura residenziale per disabili in provincia di Napoli. Nella fattispecie, è stata riscontrata la mancanza di autorizzazione al funzionamento, carenze igieniche in materia di sicurezza alimentare e di sicurezza sui luoghi di lavoro. Il proprietario della struttura è stato denunciato e la struttura chiusa. A Taranto, sempre a marzo, sono stati denunciati il legale rappresentante, un infermiere professionale, tre operatori socio-sanitari e un fisioterapista per omessa vigilanza sulla corretta assistenza agli anziani ospiti e non aver attuato misure idonee atte a scongiurare eventi lesivi nei loro confronti, tali da provocare il decesso di una paziente.

A Reggio Calabria i militari dell’Arma hanno scoperto una struttura senza autorizzazione sanitaria e denunciato una persona per l’inosservanza delle misure di contenimento epidemico, perché senza valido motivo, era andato nella struttura gestita dalla compagna, all’interno della quale era stato registrato un caso di contagio da Covid 19. Tutti gli ospiti ed gli operatori della struttura sono stati posti in quarantena. A Cosenza, in una struttura dove erano stati segnalati diversi casi positivi, nonostante le buone condizioni igienico-sanitarie e adeguata fornitura di mascherine ai lavoratori, i carabinieri hanno riscontrato una serie difficoltà organizzative dovuta al limitato numero di addetti all’assistenza e determinata dalla rigorosa applicazione dell’ordinanza che impediva il regolare turn-over dei 4 operatori rimasti all’interno.

A Udine è stata sospesa l’autorizzazione di una struttura per anziani e i 21 anziani, tutti positivi, evacuati perché dalle verifiche effettuate sono emerse gravi carenze organizzative nella gestione della struttura. Gli anziani sono stati tutti ricoverati in strutture sanitarie idonee per la cura dell’epidemia. A Roma sono state chiusure due strutture e a Torino è stata denunciata una operatrice socio-sanitaria, dipendente di una casa di riposo ritenuta, per maltrattamenti verso una anziana.