Lo Spallanzani corre in soccorso di Anthony Fauci, direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (Niad), dopo la diffusione della notizia secondo cui il virologo potrebbe essere estromesso per volontà dell’amministrazione Usa dalla task force americana contro la pandemia di coronavirus. “Anche noi abbiamo bisogno di Fauci, non solo gli americani”, ha scritto nell’appello-lettera il direttore scientifico dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive Spallanzani, Giuseppe Ippolito, indirizzata al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e vari ministri.
“La notizia, se confermata, sarebbe una notizia disastrosa non solo per gli Usa, ma per tutta la comunità internazionale, che si trova a fronteggiare la più importante emergenza sanitaria da oltre un secolo – ha dichiarato Ippolito -. Abbiamo bisogno della leadership di Fauci, negli Usa o altrove, per far fronte alle sfide che ci pone questa pandemia. Il nostro Istituto sarebbe onorato di poter collaborare con Fauci, e speriamo che anche il governo e la Regione Lazio potranno beneficiare delle sue capacità”.
Il direttore scientifico dello Spallanzani ha ricordato anche il lavoro svolto di Fauci: “Ha salvato le vite di milioni di donne, uomini e bambini, negli Stati Uniti ed in tutto il mondo. Alla sua scuola si sono formati centinaia di scienziati, medici e ricercatori, che hanno contribuito alla lotta alle malattie infettive in tutto il mondo”. Direttore da oltre 35 anni del Niaid (Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive) “Fauci infatti non è soltanto un funzionario di eccezionale capacità e lealtà, che ha servito il suo Paese, Fauci – ha sottolineato Ippolito – è uno dei più importanti scienziati al mondo nel campo delle malattie infettive, che con la sua leadership, la sua capacità di lavoro e la sua eccezionale spinta etica è stato una guida e un punto di riferimento mondiale in tutte le emergenze sanitarie degli ultimi tre decenni, da ultime Ebola nel 2014 e nel 2018, e Zika nel 2016″.
Le ricerche condotte dal virologo americano, infatti, “sono state centrali nella comprensione del meccanismo attraverso cui l’Hiv distrugge il sistema immunitario – ha aggiunto il direttore scientifico italiano – e hanno giocato un ruolo decisivo nello sviluppo di trattamenti che rendono oggi possibile alle persone affette da Aids di vivere a lungo e di svolgere una vita attiva con relazioni affettive e sociali appaganti”. E ha aggiunto: “È anche grazie al suo lavoro che l’Aids, da malattia inesorabile e incurabile, è diventata una malattia controllabile”. Principale architetto del programma Pepfar, infatti, dal 2003 ha reso disponibili le cure per l’Aids nei Paesi in via di sviluppo, salvando dalla morte milioni di persone soprattutto nell’Africa subsahariana.
In Italia l’Istituto Spallanzani “gli è riconoscente per il supporto e l’aiuto sempre attento e disinteressato con cui ha contribuito a portare avanti i progetti e le attività di ricerca dell’Istituto – conclude Ippolito -. Una generosità che non possiamo che attribuire alle sue origini italiane, sempre ricordate con orgoglio. Fauci si è occupato diffusamente anche di Sars, influenza aviaria, influenza suina: tutte esperienze oggi preziose nella risposta globale ad un nuovo coronavirus che minaccia l’umanità, e che richiede unità e solidarietà per essere combattuto”.
L’augurio di Ippolito è che “le notizie che stanno emergendo non siano vere, e che il presidente Trump non voglia privarsi dell’apporto di un uomo integro e di uno scienziato di eccezionale valore come Fauci, che ha dedicato la propria vita professionale al servizio della sanità pubblica del suo Paese e di tutto il mondo”.