Breve di cronaca: marito multato (533 euro) per essersi intestardito ad andare a recuperare con l’automobile la moglie infermiera impossibilitata a rientrare a casa da sola dopo il turno all’ospedale. Non c’è che dire: la legge è legge perbacco!

Il vago senso di nausea che prende rispetto all’ottuso piacere con cui si impone la norma anche a colui (e colei) che della norma sono vittime incolpevoli deriva dalla constatazione che l’inflessibilità con la quale oggi si esercita la funzione pubblica (sindaci che ordinano, poliziotti che fermano, droni che sorvegliano, vigili urbani che inseguono) verso cittadini generalmente pacifici è inversamente proporzionale al lassismo (se non alla connivenza) con le quali i medesimi esercitano le funzioni in tempi di pace. C’è una sorta di ribaltamento del rigore, un’attenuazione dell’obbligo del rispetto, una sistematica accondiscendenza verso i gaglioffi, per non dire i violenti.

Forse siamo troppo in ansia, presi dall’angoscia di essere infettati. Ma quando gridiamo all’uomo che passeggia in campagna intimandogli di fermarsi (altrimenti infetta la cicoria?) siamo noi, sempre noi, gli stessi cioè che invece restiamo silenti quando, sul pianerottolo di casa nostra, sentiamo mariti pestare le proprie mogli? Siamo noi, siamo dunque sempre gli stessi, che in tempo di pace non alziamo un dito quando assistiamo a un’illegalità conclamata, di piccolo o di grande taglio? Siamo noi. Sei tu. L’uno e il suo opposto.

Oggi così attento e puntiglioso, domani – scommettiamo? – così distratto e comprensivo.

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