Il fumetto narra, in sei episodi, l'epopea di Soichiro Honda. Dal 1948, quando ebbe l'idea di montare i primi motori sulle biciclette, fino ai modelli dei giorni nostri
Il suo settantesimo anniversario la Honda l’ha ufficialmente celebrato il 24 settembre del 2018. Tuttavia, quest’anno la casa giapponese ha deciso di raccontare la sua storia attraverso un manga intitolato “Honda Soichiro Hon Den” e pubblicato da Shogakukan. Trattasi di un fumetto di piccolo formato, sulle vicende legate al fondatore, Soichiro Honda. Soichiro, classe 1906, nacque in una famiglia di artigiani della meccanica. Aveva poca simpatia per gli studi tradizionali e una passione viscerale per automobili e corse che lo portarono a diventare un costruttore di moto prima e di auto poi.
Tant’è che oggi la “sua” Honda domina il mercato globale delle due ruote (e da qualche anno assembla persino aerei). Un percorso di successo iniziato nel 1948 con i motori ausiliari e le moto, appunto. La produzione di auto, invece, risale agli anni ’60. Mentre nel ’72 arrivò la Civic, primo modello globale. Accanto ai manga, ci sono anche foto e audio storici, il tutto suddiviso in sei episodi, che ripercorrono l’epopea del costruttore.
Un viaggio alla scoperta della vita e della filosofia dell’Enzo Ferrari d’Oriente, creatore di un brand di fama mondiale che, fra le sue creazioni, vanta pietre miliari come la NSX: già nel ’90 la supercar prevedeva struttura di alluminio e propulsore ad alto regime di rotazione. Nonché una messa a punto a cui collaborò l’indimenticato Ayrton Senna, dio terreno della Formula1.
Il primo episodio della serie, Bouncing Back, racconta come Soichiro fondò l’Istituto di Ricerca Tecnica Honda nel 1946, nella città di Hamamatsu, dando inizio al suo viaggio con un motore installato su una bicicletta. Due anni dopo, insieme a Takeo Fujisawa, diede vita alla Honda Motor Company. Il suo mantra? Apprendere dai propri errori per raggiungere i propri obiettivi: “Il successo rappresenta l’1% del vostro lavoro derivante dal restante 99%, che si chiama fallimento”, sosteneva Soichiro.