Scossa di terremoto a Piacenza: il sisma si è verificato alle 11:42 di giovedì mattina, ed è stata avvertita in diverse parti dell’Emilia Romagna e della Lombardia, inclusa Milano, fino alla Liguria, con segnalazioni anche da Genova. L’Ingv – Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia – sul suo sito stima una magnitudo di 4.2 e individua l’epicentro 6 km a sud-est di Cerignale, nella provincia piacentina. Nel corso della mattina il terremoto è stato seguito da altre scosse, quattro in totale. L’ultima alle 13.15, registrata a una profondità di 8 km.
“È stato come un’esplosione, come una cannonata – racconta Massimo Castelli, sindaco di Cerignale, Ma fortunatamente stiamo tutti bene”. A parte alcuni cornicioni caduti, non ci sono feriti né crolli. “Al momento non abbiamo segnalazioni di danni. Stiamo facendo tutte le verifiche”. Dice Rita Nicolini, direttrice dell’agenzia regionale di Protezione civile nell’Emilia-Romagna. Un evento “Breve, ma piuttosto intenso”, dice Nicolini che è in contatto con i tecnici. La scossa è stata registrata a una profondità di 3 km ed è stata preceduta nei giorni scorsi da altre due scosse di magnitudo 1.7 e 1.9, oltre a quella di ieri sera alle 22 di 3.5, ma ” non c’è nessuna sequenza sismica in corso” dice Salvatore Stramondo, direttore dell’Osservatorio nazionale Terremoti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv).
[STIMA #PROVVISORIA] #terremoto Mag tra 3.9 e 4.4 ore 11:42 IT del 16-04-2020, prov/zona Piacenza #INGV_24272751 https://t.co/QSEAqeg269
— INGVterremoti (@INGVterremoti) April 16, 2020
La zona del piacentino è un’area di media pericolosità sismica, in cui storicamente non sono mai registrati terremoti di forte intensità. “Non sappiamo se ci saranno altre scosse – aggiunge Stramondo – ma non c’è una sequenza sismica in corso. L’area interessata si trova a nord della Lunigiana e a sud-est dell’Appennino modenese, entrambe con una sismicità più attiva. La sismicità negli ultimi decenni si è sempre attestata su scosse di magnitudo 4.2-4.3”, continua.
L’evento più rilevante della storia sismica dell’area, in termini di impatto materiale, è probabilmente quello di magnitudo 4.6 del 23 dicembre 1980 (un mese dopo il terremoto dell’Irpinia), che produsse qualche danno lungo la fascia appenninica della parte orientale della provincia di Piacenza, in particolare l’alta Val d’Arda e l’alta Val Nure. Le località più colpite furono Castell’Arquato, Morfasso e Carpaneto Piacentino. La scossa di questa mattina è stata comunque avvertita su un’area piuttosto vasta, che comprende anche la parte orientale della Liguria e la Lombardia fino a Varese. Sono infatti arrivate segnalazioni all’Ingv dalle popolazione da Genova, La Spezia, la provincia di Parma e Pavia.