“Questa quarantena l’ho già vissuta per un lungo periodo”. È Victoria Cabello a ricordare i suoi tre anni di isolamento dal lavoro e dal mondo per combattere la malattia di Lyme. Un periodo difficilissimo quello tra il 2014 e il 2017 che la celebre conduttrice tv ricorda con dolore, paragonandolo all’attuale isolamento dovuto al Covid-19, ma con una novità: “questa volta però trascorro l’isolamento stando bene, questo è già per me un traguardo”. In un’intervista rilasciata al Corriere.it Cabello, oggi 45enne, ha ricordato che la diagnosi è avvenuta dopo tante visite specialistiche solo quando un’equipe medica del reparto malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano ha capito quale fosse il reale problema.
Un giorno drammatico ma anche di liberazione dove ha potuto dimostrato che non era una pazza che si inventava problemi di salute come molti medici le avevano detto. “Grazie a loro mi sono curata: non riuscivo più a parlare, ad articolare la parole. Uscivo di casa e non ricordavo se avevo spento il gas o chiuso la porta. Dovevo scrivermi tutto ero veramente malridotta”. Quasi due anni è durato il lungo percorso di recupero che ha dovuto registrare un ritardo nella diagnosi per un’evidente questione di genere: “Ho trovato in tutto questo la prova che esiste una questione di genere. Ho dovuto pagare il fatto di essere una donna: se fossi stata un uomo non mi avrebbero dato della pazza, in sindrome premestruale o della depressa. Questa cosa l’ho vissuta sulla mia pelle e posso dire con assoluta certezza che venivo costantemente liquidata dicendomi che il mio era un problema psicologico, quando oltre alla sindrome di Lyme mi hanno poi trovato tutta una seria di altre infezioni”. La malattia di Lyme, molto rara in Europa inizia per via delle puntura di una zecca. Nel caso della Cabello, il parassita non sembra esserle stato trasmesso dal suo cane.