Un sensibile aumento di retribuzione in piena emergenza da Covid-19 per 53 dirigenti regionali. Dopo le polemiche dei giorni scorsi sulla “pace legale” nei confronti delle imprese private e il ritorno dell’assessore al Bilancio Guido Liris in ospedale, la giunta di centrodestra abruzzese guidata da Marco Marsilio ha deciso di approvare le nuove “indennità di posizione” per 53 dirigenti regionali secondo un criterio di gradazione delle funzioni. E pensare che l’aumento avrebbe potuto riguardare anche altri nove direttori regionali, tra cui la direttrice generale Barbara Morgante, così come previsto dalla bozza della delibera discussa nella riunione di venerdì scorso. Le opposizioni di M5S e Pd però hanno scoperto il cosiddetto “regalo di Pasqua” e la giunta Marsilio è stata costretta al dietrofront: niente più aumento per i direttori, ma solo per i dirigenti.

Gli aumenti di retribuzione – Tutto era iniziato il 24 marzo scorso quando era stata approvata la delibera 159, un provvedimento di indirizzo che indicava i criteri di valutazione e i rispettivi compensi. La decisione finale era stata rimandata alla riunione di giunta del Venerdì Santo dove è arrivata la bozza di aumenti per dirigenti regionali e direttori. A quel punto la maggioranza di centrodestra si è spaccata e la paura dell’ennesima figuraccia in un momento in cui gli abruzzesi sono costretti a vivere tra l’emergenza sanitaria ed economica, ha portato allo stralcio delle nuove “pesature” per i direttori. Ai dirigenti regionali saranno corrisposte nuove indennità di posizione da un minimo di 38mila euro a un massimo di 45mila l’anno, a seconda del settore di competenza e del rispettivo punteggio. Sono stati stralciati invece gli aumenti per i direttori che avrebbero incassato 70mila euro, con la direttrice generale Morgante che sarebbe arrivata a 84mila. Con il congelamento di questa decisione, si rischia un pasticcio: i dirigenti regionali potrebbero arrivare a guadagnare più dei direttori con contenziosi infiniti in grado di ingolfare gli uffici regionali.

Il passo indietro è stata spiegato dall’assessore al Bilancio Guido Liris, già finito nelle polemiche per essere stato reintegrato dalla Asl su cui la giunta Marsilio ha competenza: “Abbiamo rivoluzionato la proposta che ci è stata formulata dalla Conferenza dei direttori perché sia pure legittima dal punto di vista formale e sostanziale, in questo momento di drammatica emergenza mondiale, abbiamo sentito il dovere di dare dimostrazione di buonsenso e sensibilità verso le famiglie che sono in difficoltà e soffrono, e verso coloro che stanno operando in prima linea contro l’emergenza” ha detto l’assessore al Bilancio.

Opposizioni contrarie – La delibera della giunta abruzzese non era passata inosservata alle opposizioni e il dietrofront sui direttori continua a non convincere. “In un momento così difficile per tutti gli abruzzesi la volontà di aumentare gli stipendi ai dirigenti e ai direttori è uno schiaffo in faccia a tutte quelle persone che a causa dell’emergenza da Coronavirus stanno subendo seri danni alle proprie economie familiari” dice il vicepresidente del Consiglio Regionale del M5S, Domenico Pettinari. Sulla stessa linea i consiglieri del Pd che parlano di atto “inopportuno” e non “a costo zero” in un momento in cui “i sanitari reclamano legittimamente dispositivi e tamponi per tutelarsi dal Covid e continuare a stare in trincea”.

Twitter: @salvini_giacomo

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