Cautela, protezioni e in caso di nuovi focolai torneranno le “mini” zone rosse per circoscriverli. E un avvertenza: “È troppo presto per sapere cosa succederà per le vacanze”. L’Istituto Superiore di Sanità traccia la sua roadmap per la Fase 2 e fotografa quanto accaduto finora nella diffusione del coronavirus. Una pandemia che in Italia non ha avuto un picco. “Artificioso”, lo ha definito l’epidemiologo Giovanni Rezza, ovvero generato dal lockdown.
“Adesso siamo ancora in fase 1, non c’è dubbio”, ha sottolineato il direttore Malattie infettive dell’Iss ma in una futura Fase 2 “dovremo mantenere delle misure di distanziamento sociale”. E saranno, annuncia, “strette e rigorose”. Non solo: “Quando arriveremo a un momento in cui il virus circolerà meno rapidamente, sarà estremamente importante rafforzare soprattutto il controllo del territorio”. Una misura che potrebbe incidere anche sugli spostamenti, comprese le vacanze estive.
“Mi pare troppo presto per poter rispondere su cosa succederà per le vacanze. Dobbiamo pensarci e muoviamoci con cautela. Il che vuol dire fare un passo alla volta”, ha spiegato il presidente Silvio Brusaffero. “Dobbiamo mantenete l’epidemia dentro una soglia, anche se questa ci accompagnerà per i prossimi mesi e finché non avremo un vaccino”.
E se dovessero aprirsi nuovi fronti, con focolai in un alcune aree, andranno bloccati rapidamente. Insomma in uno scenario di questo tipo, “ritornerà attuale la definizione delle cosiddette zone rosse”, annuncia Rezza. Anche per evitare lo spettro di lockdown locali, sarà necessario pianificare “qualsiasi azione” durante la riapertura con “grande cautela”. Il che vorrà dire monitorare attentamente quello che accade ed essere pronti” a identificare eventuali nuove avanzate del Covid-19. Brusaferro ha sottolineato l’importanza di rafforzare il tracciamento dei contatti, “anche con la app, che può ridurre i tempi necessari” a questa operazione.
Da un punto di vista organizzativo, secondo l’Iss, “sarà necessario verificare i fattori di rischio all’interno dei luoghi di lavoro” e “utilizzare strumenti come il distanziamento sociale, l’adozione di protezioni e il ricorso a barriere fisiche”. Definire questo scenario, ha aggiunto Brusaferro, “sarà un passaggio fondamentale nelle prossime settimane” perché “passo dopo passo” si tratterà di organizzare le misure che permettano di ridurre al massimo i rischi di infezione. Nella Fase 2 l’attenzione sarà posta sull’isolamento domiciliare e le persone a casa: “È la nuova frontiera – ha detto il presidente dell’Iss – Il sistema si sta muovendo verso questo tipo di approccio”.
Sulla durata del plateau di nuovi casi sul quale si muove l’Italia ormai da settimane, Rezza ha spiegato che, oltre agli infetti nelle residenze assistenziali per anziani, “probabilmente” la gran parte degli altri contagi insorti dopo il lockdown “sono stati contagi intra-familiari”. Sulla natura dei nuovi casi, ha precisato, c’è bisogno di “maggiori informazioni” e “credo che proprio il progetto di contact tracing che il presidente ha presentato l’altro giorno nel Comitato tecnico scientifico vada a cercare di recuperare anche questo gap”.