“Mandetta ha fatto quello che come medico pensava di dover fare e la separazione è diventata inevitabile”. Con queste parole il presidente brasiliano Jair Bolsonaro ha ufficializzato la decisione di licenziare il proprio ministro della Salute, al termine di una telenovela politica lunga settimane. E in queste poche parole si racchiude anche l’insofferenza, manifestata più volta da Bolsonaro, verso la scienza e verso le indicazioni mediche raccomandate nella lotta alla diffusione del coronavirus. Ovviamente quando queste non sono in linea con pensieri del presidente. L’ormai ex ministro Luiz Henrique Mandetta è stato infatti strenuo difensore della linea dell’isolamento dei cittadini per contrastare la propagazione del virus, mentre Bolsonaro negazionista rispetto ai rischi per la salute pubblica, tra una passeggiata tra i sostenitori e una stretta di mano al mercato, ha sempre sottolineato che le misure di “confinamento di massa” fossero un freno all’economia che il paese non poteva permettersi.

Non a caso nella conferenza stampa di presentazione del successore, l’oncologo Nelson Luiz Sperle Teich, Bolsonaro ha sottolineato di aver dato indicazioni di “riaprire gradualmente e rilanciare il lavoro in Brasile”. Bolsonaro con parole, scandite e pronunciate con inusuale calme ha voluto tranquillizzare i settori produttivi del paese che lo sostengono, anche sottolineando la necessità di mantenere lo status quo tipico della struttura del lavoro in Brasile. “Una tale massa di persone umili non può più stare in casa”, ha dichiarato. I poveri devono lavorare, a qualsiasi rischio.

Accanto al presidente, il neo ministro Teich, ha dichiarato che non ci sarà una “discontinuità improvvisa” in relazione alle linee guida sull’isolamento sociale, sottolineando tuttavia che “c’è un completo allineamento tra me e il presidente”, annunciando inoltre di essere al lavoro “in modo che la società possa riprendere la vita normale più rapidamente possibile“, ha detto. Il neo ministro, proprietario di alcune cliniche oncologiche private a Rio de Janeiro, ha infatti sottolineato che sanità ed economia vanno a braccetto e che l’una non esclude l’altra. Dopo la sua indicazione sono state immediatamente diffuse sui social media una serie di interviste rilasciate dal medico. In una, divenuta popolare, Teich sostiene che non vale la pena curare un anziano, alla fine della vita, perché “con lo stesso investimento necessario per farlo stare un po’ meglio, si può garantire una migliore offerta di cura a un adolescente”. In tempi di coronavirus, un’affermazione che getta ombre preoccupanti sul paese.

Il neo ministro ha poi rassicurato il presidente, affermando che “vaccini e le medicine usati contro il Covid-19 saranno analizzati in modo assolutamente tecnico e scientifico”. Pur senza menzionarla, il pensiero è andato alla clorochina, farmaco il cui uso è da mesi incoraggiato dal presidente Bolsonaro, senza prove scientifiche della sua efficacia e senza un chiaro motivo. E proprio l’uso massiccio di clorochina, la cui tossicità ed effetti collaterali cardiaci sono invece provati, è stato uno delle maggiori cause di attrito con l’ex ministro. Mandetta non ha ceduto sulla sua posizione contraria all’uso. Ennesima insubordinazione sulla quale il presidente non ha sorvolato.

Arginato, criticato e attaccato direttamente e indirettamente, per settimane Mandetta, ben voluto dalla platea politica, dai governatori degli stati e dalla popolazione, ha resistito dalla tentazione di dimettersi. Alla fine, insofferente, ha consegnato alla rivista Veja i suoi ultimi pensieri la scorsa domenica, causando la reazione di Bolsonaro. Per la rivista Mandetta ha ricostruito i due mesi di “battaglia” portati avanti con il capo dello stato. “Sessanta giorni dovendo misurare le mie parole. Un giorno parli e ti capiscono, dicono che sono d’accordo, poi cambiano opinione e dicono tutto il contrario”. Mandetta aveva anche sottolineato che che il cittadino comune – ascoltando i diversi racconti pubblici sull’emergenza – avrebbe potuto sentirsi “disorientato”, lasciando intendere che gli atteggiamenti del presidente minino l’efficacia di qualsiasi misura di contenimento alla diffusione. Volontà malcelata del presidente. Con l’uscita di scena di Mandetta cade l’ultimo argine alle volontà assolutistiche di Bolsonaro anche in tema di salute pubblica, aprendo uno scenario imprevedibile e inquietante. Con il sistema sanitario nazionale già al collasso molto prima di avvicinarsi al picco di contagi, perdere la guida di un medico e politico esperto per un imprenditore medico mai entrato in un ospedale pubblico genera infatti più interrogativi che risposte.

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