Nelle farmacie del Lazio stanno arrivando decine di migliaia di Dpi dalla Cina distribuite da Assiprofar-Federfarma e accompagnate da 41 pagine di certificato di conformità, che ne autentica la qualità. Ilfattoquotidiano.it ha chiesto un parere all'Istituto, che però giudica quel documento pieno di incongruenze e anomalie: è "un po’ confuso" e in alcuni passaggi "ingannevole". In più secondo le norme "la penetrazione nella prova con olio di paraffina deve essere massimo 1% mentre il risultato del test è 2%"
Sono arrivate alle farmacie decine di migliaia di mascherine Ffp3, le migliori, quelle da reparto intensivo Covid19. Ma, c’è un problema: la dichiarazione di conformità – che autentica la qualità della mascherina – è tutta sballata. Anzi, per citare il parere dell’Inail, quel certificato che dovrebbe accertare la conformità del dispositivo di protezione individuale è “confuso” e in un passaggio “un po’ ingannevole”. E soprattutto, dai test effettuati, “non sono rispettati i requisiti della Ffp3“.
Nel dettaglio l’Inail muove quattro obiezioni alla documentazione che accompagna le mascherine arrivate dalla Cina. La prima: “Il certificato è un po’ confuso: cita la ‘direttiva UE 2016/425’ mentre in realtà di tratta di un regolamento”. La seconda: “Come nome del prodotto e del modello è usata la dicitura ‘KN95’, un po’ ingannevole perché corrisponde alla sigla che lo standard cinese GB 2626 – attribuisce ai dispositivi con capacità filtrante >95%, perciò incompatibili in modo assoluto con una Ffp3. Il modello del prodotto è quindi generico e non rende possibile individuare in modo unico e certo il dispositivo da autorizzare”. La terza: “Il test report citato nel certificato di cui al punto 1. Il modello è sempre indicato come KN95 (generico) e il dispositivo è giudicato di tipo FFP3. I risultati sono indicati in molti punti solo come “P”, anche nei titoli dei punti. Ci sono alcune incongruenze, ad esempio sono compilati i punti 7.17.2.1, 8.3.4, 8.8, 8.9.1.2 relativi a semimaschere con valvole ma nella foto si evidenzia solo una maschera senza
Insomma, sembrava una buona notizia: stavano – finalmente – arrivando le mascherine nelle farmacie. Invece si tratta di materiale cinese di dubbia qualità. A distribuire le mascherine è Assiprofar-Federfarma. Da una settimana è iniziata l’operazione di rifornimento nelle farmacie nella Regione Lazio. Al momento non è chiare quale sia l’esatto numero di mascherine che stanno arrivando sul mercato. Ilfattoquotidiano.it ha telefonato ai referenti di Assiprofar, per chiedere una mappatura della distribuzione – sia regionale che nazionale -, e l’entità dei carichi, ovvero di quante mascherine parliamo, quante ne sono state immesse nel circuito delle farmacie, in questi giorni. Ma, per ora, non è arrivata alcuna risposta: solo un cortese invito a “mandare una mail”, poi si vedrà.
di Annalisa Chiusolo e Peter D’Angelo