Come è organizzata la sanità in Europa? Facciamo due esempi. L’Inghilterra che ha scelto di abbandonare da poco l’Europa e un paese nordico ed efficiente come l’Olanda.
L’ente che si occupa dell’assistenza pubblica in Inghilterra si chiama Nhs, acronimo di National Health Services. I servizi forniti dall’Nhs comprendono ospedali, medici di famiglia detti Gp (General Pratictioner), specialisti, dentisti, farmacisti, ottici e un servizio di ambulanza. Essa entra in funzione il 5 luglio 1948 a seguito del National Health Service Act del 1946; conseguentemente diverrà parte integrante della società britannica, tanto da venire definita dal Cancelliere dello Scacchiere, Nigel Lawson, la national religion.
Se il paziente non ha l’esenzione, deve pagare costi fissi (sovvenzionati) per le prescrizioni, per la misurazione della vista, gli occhiali e i trattamenti dentistici. Il trattamento ospedaliero, il servizio d’ambulanza e i consulti medici rimangano esenti. Ovviamente possono accedere a questo servizio solo coloro i quali risiedono in Inghilterra e si registrano di conseguenza presso un medico pubblico, il primo riferimento per qualsiasi problema di salute, per cui una volta iscritti ad una surgery, per vedere il medico si prende appuntamento telefonicamente.
La surgery è una piccola unità operativa in cui lavorano Gp e nurses (infermiere). La surgery fornisce anche medicazioni, vaccinazioni, consulenza per viaggi all’estero, family planning, Pap test, ecc. Sarà sempre il Gp a decidere se e quando c’è bisogno di uno specialista. In tal caso, dopo avervi visitato, il Gp scriverà una lettera allo specialista, il quale (dopo mesi generalmente) spedirà a casa vostra una lettera con la data dell’appuntamento.
Questo sistema sanitario è lento e “arido” nei rapporti interpersonali tra paziente e specialista, soprattutto nelle fasi di “accesso” al sistema, quando cioè il paziente non è niente più di un reference number. Una volta “entrati” all’interno del sistema sanitario di un determinato circuito ospedaliero, saranno le nurses (infermiere specializzate) ad avere un ruolo predominante nella cura: forniranno il loro numero telefonico privato e vi metteranno nelle condizioni di ricevere eventuali farmaci direttamente a casa.
In Inghilterra, la maggior parte delle persone trova assistenza privata per evitare le liste d’attesa della Nhs per gli appuntamenti specialistici che non sono d’emergenza e per trattamenti non urgenti. Circa un quarto di tutti gli interventi sono eseguiti sotto il sistema di trattamento privato.
Invece l’Olanda, uno dei Paesi più felici d’Europa, ha traslato con la riforma del sistema del 2006 la sanità da pubblica a privata. E’ obbligatorio comprare la copertura base che è determinata dal governo ed è soggetta a revisione annuale. Il pacchetto base costa 100 euro al mese che vengono ritirati mensilmente dal conto fino ad un pacchetto di alto rischio che può arrivare a 350 euro mensili. Le cure a lungo termine vengono finanziate anche dall’Exceptional Medical Expenses Act e dal Social Support Act, e occupano circa il 44% del budget del governo dedicato al sistema sanitario. Il medico di base in Olanda è il primo punto di contatto con la filiera sanitaria.
La risposta al Coronavirus per numeri di contagi e di morti in Europa è ancora in evoluzione, ma purtroppo noi abbiamo la maglia rosa per entrambi: questo sicuramente dipende dalla risposta all’attacco del virus che in alcune zone non è stato tempestivo come ci avevano insegnato i cinesi, che hanno visto iniziare il disastro mondiale.
I numeri sono stati eclatanti nella zona di Bergamo e Brescia perché si è aspettato troppo a creare la zona rossa. Quando il governo ha deciso di chiudere tutta la nazione ormai il disastro, partito probabilmente dall’ospedale di Alzano, come in precedenza era partito da quello di Codogno, si era attuato. Quanta influenza ha avuto Confindustria nell’allertare il governo che se avessero chiuso la crisi economica si sarebbe fatta sentire immediatamente in una zona a massima concentrazione di aziende? Ora ci sono i Nas nell’ospedale di Alzano per chiarire.
Credo che abbiamo capito che in Italia solo il sistema pubblico è stato in grado di reagire. Certo anche il privato ha messo in campo forze per aumentare i posti in terapia intensiva, dopo e spesso con donazioni. Il privato accreditato manterrà queste strutture o quando dipenderanno economicamente solo da loro – essendo dispendiose e impegnative – verranno nuovamente abbandonate? Lo stato riprenderà a interessarsi di come e quanto le Regioni controllino che il privato accreditato sia allo stesso livello del pubblico e non faccia investimenti solo dove guadagna?
In sanità chi deve guadagnare è il cittadino, ricordiamocelo tutti. Se lo stato non ci protegge possiamo farlo noi. Utilizziamo per la nostra salute gli ospedali, quelli che in questa situazione hanno dato il massimo.