Nel 2008 la fiducia nei sistemi bancari e finanziari tradizionali vacilla. E così iniziano a nascere strumenti di pagamento alternativi. Il più noto è il Bitcoin, una moneta digitale che non è né gestita né amministrata da nessuna banca centrale ma si regge sulla condivisione delle informazioni sul suo utilizzo all’interno dell’immensa rete dei suoi utilizzatori. Sembra complicato? Lo è meno di quello che può sembrare. L’informazione condivisa come strumento di autovalidazione di una compravendita è antica come il mondo. Pensate ad una stretta di mano in un antico mercato davanti a molti testimoni. Soltanto che le tecnologie di cui disponiamo oggi consentono di allargare questo meccanismo su scale infinitamente più ampie. Tuttavia Bitcoin e i suoi fratellini hanno, almeno sinora, fallito la missione di imporsi come vera moneta alternativa. L’incapacità di conservare un valore relativamente stabile ne fanno al momento un prodotto fortemente speculativo.

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