Si tratta di una sala operatoria specializzata per la rimozione di tumori al cervello. Acquistata nel 2004 per 10 milioni di euro, è rimasta inutilizzata "per il mancato rinnovo del contratto di manutenzione"
All’ospedale Sant’Andrea di Roma chiude la ‘Brain Suite’, la sala operatoria in cui è possibile effettuare interventi chirurgici per tumori cerebrali molto complessi. Lo smantellamento è iniziato sabato scorso, nonostante sia stato approvato all’unanimità, circa due mesi fa, un ordine del giorno in consiglio regionale per la riattivazione della sala operatoria, presentato dal consigliere regionale di FdI Giancarlo Righini. “Parliamo dell’unica Brain Suite del centro sud – spiega Righini – eccellenza della nostra regione acquistata nel 2004 per 10 milioni di euro. Dal 2009 al 2017 grazie a questa particolare sala operatoria sono stati fatti circa 150 interventi ogni anno ed è rimasta inutilizzata per tre anni per il mancato rinnovo del contratto di manutenzione. Sembrava tutto risolto con l’odg approvato in aula ma, a quanto pare, le decisioni del consiglio sono carta straccia”.
La sua chiusura, oltre a privare il Lazio di un servizio sanitario essenziale, avrà anche delle ricadute economiche negative sui conti regionali. “I pazienti affetti da tumore cerebrale dovranno rivolgersi altrove – prosegue il consigliere regionale FdI – aumentando il disavanzo in termini di mobilità passiva, ovvero dei soldi che la Regione Lazio deve spendere per tutti i pazienti del nostro territorio che vanno a curarsi in altre regioni. Al momento su questo fronte già siamo in passivo di circa 700 milioni”. Oltre ai servizi e ai soldi c’è anche un problema di formazione, visto che “il Sant’Andrea è un’azienda ospedaliero-universitaria e questa sala operatoria è fondamentale anche per la ricerca e la didattica“, aggiunge Righini.
La protesta ha superato i confini regionali per arrivare in Parlamento. Con un’interrogazione alla Camera presentata dal capogruppo di FdI, Francesco Lollobrigida, è stato chiesto al ministro della Sanità Roberto Speranza “quali misure intenda porre in essere per impedire che venga ulteriormente danneggiato il nostro Sistema Sanitario Nazionale, messo a dura prova dall’attuale emergenza in corso” si legge nel testo. “Né il direttore generale del Sant’Andrea – sottolinea Lollobrigida – né il presidente della Regione Zingaretti e il suo assessore competente possono ignorare un atto di indirizzo votato democraticamente dagli eletti dal popolo in Regione. La decisione presa dal management dell’ospedale, in piena emergenza coronavirus, ci sembra fuori da ogni logica e dannosa per tutti gli abitanti del Lazio. I soldi stanziati per lo smantellamento di questa preziosa struttura, inoltre, potrebbero essere impiegati per distribuire mascherine di protezione, ora contingentate, agli operatori sanitari oppure per mettere in sicurezza i reparti dell’ospedale destinati al Covid”.
“Smantellare la Brain Suite costa circa 70mila euro – evidenzia Righini – soldi che in questo periodo potrebbero e dovrebbero essere utilizzati in altro modo”. Il Fatto.it ha chiesto chiarimenti alla Regione Lazio sulla vicenda, ma non ha ottenuto alcuna risposta.