Addio agli orari di punta, “dimentichiamo strade e mezzi pubblici affollati”. Bisogna “riprogettare le giornate” perché col coronavirus dovremo convivere “per mesi”, quindi le fasi della ripresa vanno misurati con cautela, con la priorità di investire “su medicina territoriale e ospedali. Solo così la riapertura sarà sostenibile”. Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità, in un’intervista al Corriere della sera parla di quella che sarà la ‘fase 2’ nelle settimane a venire, ora l’emergenza coronavirus è alle spalle. Precisa che la scuola “è un tema che prenderemo in considerazione in un secondo momento” e per l’estate “non si può pensare ad aree affollate”.
“La parola chiave è convivere per mesi col virus e rispettare individualmente le regole per evitare il contagio – spiega Brusaferro -. Nel tempo avremo più conoscenze su come si diffonde il Sars-CoV 2, più farmaci e più strumenti di diagnosi, però non fasciamoci la testa. Lo batteremo solo con l’immunità gregge data dal vaccino che non arriverà prima di fine anno”. Il tasso di contagiosità, continua il presidente dell’Iss, ora “è inferiore a uno, e dunque la circolazione del virus è più contenuta. Con questa logica bisogna muoversi passo dopo passo misurando gli effetti della riapertura con cautela. Ogni azione andrà monitorata attuando anche sul campo il tracciamento dei casi e valutando qual è il numero di ricoverati compatibile con la disponibilità di posti letto. Due pilastri della ripartenza che richiedono investimenti su medicina territoriale e ospedali. Solo così la riapertura sarà sostenibile”.
Sulle fughe in avanti di alcune Regioni per le riaperture il presidente avverte: “Noi diciamo attenzione. Bisogna ricominciare dalle attività fondamentali del Paese sempre che ci siano condizioni di sicurezza”. Brusaferro precisa che “ci stiamo focalizzando sugli strumenti per affrontare la seconda parte dell’emergenza.Dovremmo avere un quadro generale del Paese, poi sta alla capacità dei contesti locali attrezzarsi con strumenti di monitoraggio adeguati per prevenire nuovi focolai. Tanto più li possiedi tanto più puoi compiere il passo successivo. Le riaperture non possono dipendere da quanto il virus ha circolato in una data area ma dalle capacità di intervenire sul territorio. Il presupposto è la velocità nell’intercettare rapidamente la ripartenza della curva epidemica, poi può entrare in gioco il criterio epidemiologico. Il presupposto è poter arrivare prima”.
Per quanto riguarda lo sport, “è giusto avere una prospettiva di normalità e immaginare che potremmo riprendere la nostra vita. Tenendo conto però che gli eventi di massa nei prossimi messi sono da evitare. Folle che si riuniscono è uno scenario inimmaginabile. Pagheremmo un prezzo molto alto. Ognuno deve rinunciare a qualcosa”. E in vista della stagione estiva, Brusaferro frena: “Il sole si può prendere in tanti modi, anche in terrazzo. La mia è una battuta. La risposta seria è che non si può pensare ad aree affollate”.