Mentre stava facendo jogging, un ingegnere 55enne di Albignasego, è stato picchiato da due uomini, padre e figlio, riportando diverse fratture. Gli aggressori, poi, hanno chiesto l'intervento dei carabinieri affinché lo multassero. E Zaia commenta: "La caccia all’untore è deplorevole e da condannare ma è deplorevole chi esce senza mascherina"
Stava facendo jogging, senza mascherina, portando al guinzaglio il proprio cagnolino. Prima è stato offeso, poi picchiato selvaggiamente da due uomini che hanno anche chiesto l’intervento dei carabinieri perché lo multassero. Così un un ingegnere cinquantenne di Albignasego, in provincia di Padova, è finito al pronto soccorso per frattura del naso e dell’orbita destra, con contusioni al tronco e agli arti (la prognosi è di 30 giorni), mentre tutti e tre sono stati identificati. Sul caso è intervenuto anche il governatore del Veneto Luca Zaia che, pur specificando che “la caccia all’untore è deplorevole e da condannare” aggiunge che “è deplorevole chi esce senza mascherina. Non giustifico gli aggressori – ha precisato -, ma sposto il punto di osservazione: a prescindere da quello che è accaduto, c’è una persona che esce senza mascherina e non ha coscienza che mette a repentaglio non solo la sua salute ma anche quella degli altri. E quel signore che stamattina ho visto fare jogging senza mascherina, è un irresponsabile. Se mi sente sappia che mi riferisco a lui”.
L’aggressione – Intervistato dal Mattino di Padova, il professionista ha dichiarato: “Sono sconvolto… Credevo di vivere in un quartiere tranquillo e scopro che, d’improvviso, si può scatenare una violenza e ferocia inaudite e inspiegabili”. Era uscito per fare una corsa. “Ero in tenuta sportiva, avevo una felpa intorno al collo pronto ad alzarla sul viso se avessi incrociato qualcuno. In linea d’aria ero a un centinaio di metri da casa. Non c’era anima viva, ero solo con il mio cagnolino”.
Sfortuna ha voluto che dall’altra parte della strada stessero camminando due uomini, padre e figlio, il primo di circa 55 anni anni, il secondo di 25. Sono volate le prime parole. “Hanno cominciato a urlare contro di me volgari insulti di ogni genere, poi sono arrivati alle minacce ‘te copo’ e ‘vien qua che te dago’”. In dialetto veneto: ti ammazzo, vieni qui che te le suono. L’ingegnere si è fermato e ha fatto per avvicinarsi ai due, mantenendo però la distanza di sicurezza. “Come vi permettete?”. Ha fatto notare loro che non indossavano i guanti e si è accorto che il più giovane non aveva la mascherina. In un attimo è stato aggredito. Lo hanno fatto cadere a terra. “Sono caduto sull’asfalto. Il padre, sopra la mia schiena, mi teneva a terra facendo pressione con le ginocchia e i gomiti mentre il ragazzo ha cominciato a prendermi a pugni sul viso e in testa. Cercavo di divincolarmi, ma loro continuavano…”. Un vero pestaggio durato un quarto d’ora, secondo il racconto del professionista, il cui viso si è coperto di sangue. E’ stato bloccato e i due con il cellulare hanno chiamato i carabinieri. “Lo dovete multare, correva senza mascherina….” hanno gridato.
I carabinieri hanno chiamato il 118 e proceduto all’identificazione. Ma in ambulanza è salito il ragazzo, per un attacco d’asma. L’ingegnere è andato a casa ed è stato accompagnato dalla moglie al pronto soccorso dove è rimasto fino a notte inoltrata, per radiografie, visite e tac. Ma dovrà essere esaminato anche da un chirurgo maxillo-facciale. Commento della vittima: “È un brutto clima da caccia alle streghe e all’untore”.