Distanziamento, allenamenti chiusi, fisioterapisti e massaggiatori bardati con mascherine, ritiri perenni e porte chiuse. In questi giorni la Lega Serie A sta ponendo le basi per riaprire un campionato fermo da inizio marzo. Ma la coesistenza tra calcio e Covid-19 non è solo un problema italiano. Anche gli altri grandi campionati europei di Inghilterra, Francia, Spagna e Germania stanno vivendo momenti di grande incertezza attorno al tema della ripresa dei campionati. L’unico punto certo è la volontà delle rispettive leghe di portare a termine la stagione. E l’unico modo per farlo è quello di svolgere le partite mancanti a porte rigorosamente chiuse. Giorno dopo giorno si cominciano comunque a delineare anche le linee guida sanitarie e, sopratutto, i tempi per la ripartenza. La Bundesliga è la lega più pronta e scalpita per riprendere già a inizio maggio. Per tutti gli altri campionati probabile l’attesa fino a metà giugno.
Premier League – Ferma dal 13 marzo la Premier League ripartirà soltanto dopo l’8 giugno. È questo quello che è emerso dalla riunione in video-conferenza tra i 20 club della massima serie inglese. L’obiettivo è quello quindi di portare a compimento la stagione, disputando le 92 partite rimanenti. La preparazione atletica non riprenderà prima della metà di maggio. Covid-19 permettendo, il weekend più plausibile per tornare in campo è, al momento, quello del 13-14 giugno. Se così fosse, il campionato verrebbe completato entro la fine di luglio. Le partite si giocherebbero tutte a porte chiuse.
La Premier League ha ribadito che le competizioni riprenderanno “quando sarà sicuro farlo e col sostegno pieno del governo. La salute e il benessere di giocatori, allenatori, staff e tifosi sono la nostra priorità e il campionato ripartirà solo quando le indicazioni degli esperti ce lo consentiranno. Il nostro obiettivo rimane completare la stagione ma in questa fase tutte le date sono incerte”. Al Liverpool di Jurgen Kloop mancano solo due vittorie per riportare ad Anfield Road un titolo che i Reds attendono da 30 anni.
Liga – L’ultima ipotesi ventilata dalla Spagna è quella della RFEF, la federazione spagnola, di cristallizzare la classifica maturata al momento dello stop. Uno scenario estremo che consegnerebbe il titolo al Barcellona, con Real Madrid, Siviglia e Real Sociedad in Champions League. Fuori dalla competizione più prestigiosa d’Europa rimarrebbe l’Atletico Madrid di Simeone. Una proposta che è stata accolta dalla Liga con un secco e unanime “no”. Alla base del rifiuto c’è la speranza di poter concludere la stagione per poter anche attenuare il più possibile le perdite economiche.
Guardando “all’impatto economico – ha dichiarato il presidente della Liga Javier Tebas – se non si torna a giocare le società spagnole ci rimetterebbero un miliardo di euro. Se torniamo a giocare ma senza pubblico, la perdita sarebbe di 300 milioni, di 150 se si tornasse a giocare a porte aperte”. “Di tutti i diversi scenari discussi – ha ipotizzato Tebas – con la Uefa le date più probabili per la ripresa delle competizioni sono il 28 maggio, il 6 giugno o il 28 giugno“. A inizio maggio il ritorno sui campi d’allenamento. Intorno al 27 aprile invece è previsto che i giocatori della Liga facciano i tamponi.
Rifiutata dalla Liga anche la proposta avanzata nei giorni scorsi dall’associazione alberghiera Ashotel, di Santa Cruz de Tenerife: giocare tutti gli incontri della Liga e della Segunda (la Serie B iberica) sui campi delle isole Canarie. L’unica cosa certa al momento in Spagna (uno dei paesi più colpiti in Europa dall’emergenza Covid-19) sono le porte chiuse in caso di ripresa.
Ligue 1 – In Francia mancano dieci giornate alla fine del campionato. Qualcosa di più in Ligue 2. Visto i dati sui contagi e le forti perplessità dei giocatori sul tornare in campo, la Federazione francese non ha nascosto la possibilità che la stagione si possa concludere qui, con il Paris Saint Germain campione. Da quanto emerge da un sondaggio condotto dall’Unfp, il sindacato dei giocatori professionisti di Ligue 1 e Ligue 2, il 75% dei calciatori è orientata per il “no” alla ripresa dei campionati senza le condizioni sanitarie adeguate. Secondo quando riporta l’Equipe, l’80% dei giocatori è contrario anche all’azzeramento della stagione.
L’ipotesi dello stop definitivo al calcio rimane comunque l’ultima sul tavolo. La Lega francese sta lavorando a un protocollo sanitario in vista di una ripresa delle attività sportive che comunque non avverrà prima del 11 maggio. Si punta al via libera agli allenamenti per la fine di maggio, con controlli a tappeto e ritiri ad oltranza per limitare la massimo i rischi di contagio. Al momento la data più indicata per rivedere i giocatori sul rettangolo di gioco è quella del 17 giugno. Questo consentirebbe di concludere il campionato entro il 25 luglio.
“Voglio ricominciare, ma non a caso”, ha dichiarato il tecnico del Lione Rudi Garcia. “Dopo due mesi di stop – continua l’ex allenatore della Roma – non si può giocare ogni 3 giorni, non è possibile e non è ragionevole. Non vedo l’ora di tornare ad allenarci e di giocare. Tutti lo vorremmo, ma a condizione di rispettare le condizioni di sicurezza per noi e i giocatori”.
Bundesliga – In Bundesliga si decide il 23 aprile, quando è prevista un’assemblea generale per mettere a punto i tempi per la ripresa. Per l’ufficialità governativa si dovrà attendere il 30 aprile, il giorno della conferenza stampa della cancelliera Angela Merkel. L’obiettivo è quello di riprendere l’8 maggio, o al massimo il fine settimana successivo. Anche qui rigorosamente a porte chiuse. Nel frattempo i club si stanno già allenando da alcuni giorni, anche se in gruppi ridotti. Per evitare i problemi legati alle scadenze dei contratti di alcuni giocatori, la Bundesliga spera di poter terminare la stagione entro il 30 giugno.
Intanto però si registra la dura presa di posizione da parte dei tifosi di vari club della massima serie tedesca: “Se la Bundesliga ripartisse, sarebbe una presa in giro per il resto della società tedesca”. Il tifo organizzato si oppone anche alla ripresa a porte chiuse: “La quarantena per il calcio, le partite fantasma non sono una soluzione e la ripartenza del calcio è inaccettabile nella situazione attuale. A maggior ragione con il pretesto del valore sociale delle partite”.