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Coronavirs, il piano per il rientro a scuola in Francia: prima le elementari in gruppi da 15, dal 25 maggio tutti in classe con alternanza

A illustrare il piano è stato il ministro dell'Istruzione Blanquer, intervenendo davanti alla commissione Affari culturali dell'Assemblea nazionale. Si tratta di una prima ipotesi, illustrata dopo le polemiche della scorsa settimana per la mancanza di indicazioni chiare

Dopo le polemiche e gli scetticismi degli esperti, il governo francese ha svelato il piano per il rientro a scuola. La data per iniziare lentamente a far tornare gli alunni sui banchi di scuola è la stessa che il presidente Emmanuel Macron aveva annunciato la settimana scorsa: l’11 maggio. Ma, come precisato oggi dal ministro dell’Educazione Jean-Michel Blanquer, l’inizio sarà scaglionato per evitare gli assembramenti. L’intenzione però, è quella di far rientrare tutti entro il 25 maggio prossimo.

Parlando alla commissione affari culturali e scuola dell’Assemblea nazionale, Blanquer ha parlato di un “rientro graduale” e ha specificato che le lezioni dovrebbero svolgersi, almeno inizialmente, con la presenza fisica di “piccoli gruppi” di massimo 15 bambini. Si tratta – ha ammesso Blanquer – di “elementi ancora da definire”. La prima settimana – fino al 18 – vedrà comunque il rientro in classe delle 5 classi delle elementari, mentre dal 18 toccherà ad alcune classi della scuola media e del liceo. Dal 25 – in teoria – tutti potrebbero essere di nuovo a lezione, con un’alternanza tra presenza fisica in aula, insegnamento a distanza ed attività fisica all’esterno. Tutte le famiglie potranno decidere di non mandare a scuola i ragazzi se lo riterranno più opportuno, a patto che seguano le lezioni on line.

Dopo l’annuncio fatto da Macron alla nazione solo la settimana scorsa, l’ipotesi di un rientro in classe previsto per l’11 maggio aveva lasciato perplessi esperti e mondo della scuola. I primi ad esporsi erano stati gli stessi esponenti della Federazione dei medici francese, parlando di “rischio inutile”. Mentre gli insegnanti e le opposizioni avevano contestato l’assenza di un piano preciso. Anche per questo il ministro dell’Istruzione è stato chiamato a riferire davanti all’Assemblea nazionale.