Il segretario del Pd, intervistato a DiMartedì su La7, sposa la strategia messa in campo dal governo "costretto a scelte molto difficili" e definisce il Fondo salva-Stati "una grande vittoria. La possibilità di prendere molti miliardi, circa 37, senza condizionalità e senza rinunciare alla sovranità"
Nicola Zingaretti sposa la strategia adottata da Giuseppe Conte per il contrasto alla pandemia del coronavirus e si dice favorevole all’uso delle linee di credito del Mes senza condizionalità, “soldi per i nostri ospedali”. Il segretario del Partito Democratico, nell’intervista rilasciata a DiMartedì, in onda questa sera su La7, ha dichiarato che “il presidente Conte e questo governo hanno avuto il merito di affrontare per primi, tra le democrazie occidentali, questa cosa immensa che non è mai avvenuta nella storia del mondo e lo hanno fatto prendendo decisioni molto molto difficili”.
Adesso, continua il leader Dem, è necessario che all’impegno del governo si aggiunga anche quello di “tutta la politica, tutte le classi dirigenti, italiane ed europee, devono capire che siamo al giro di boa, che è quello di dover reinventare un modello di società nel quale si sta meno soli, si sta più distanti ma si è più comunità”. E al governo chiede, invece, “chiarezza e velocità”.
Il Dem smentisce che, nel corso delle trattative tra le varie parti di governo, da parte del Pd sia arrivata la proposta di una mini-patrimoniale: “È una fake news che non è mai stata una nostra proposta – ha detto – Credo in scelte da prendere insieme per garantire credibilità e fiducia”.
Quando si tocca l’argomento che ha creato maggiore scontro in Italia, almeno per quanto riguarda le misure di contrasto alle conseguenze economiche del virus a livello di Unione europea, ovvero l’uso del Mes, Zingaretti si dice favorevole a ricorrere a questo strumento senza condizionalità: “L’Italia ha ottenuto una grande vittoria. La possibilità di prendere molti miliardi, circa 37, senza condizionalità e senza rinunciare alla sovranità, da spendere per la sanità – ha continuato – Se sarà questo, credo dovremo accedere a questi fondi perché non dobbiamo ideologizzare. Chiediamo più aiuto all’Ue e se ci sono cambiamenti perché non dobbiamo valutarli con serenità? Sono soldi da spendere per i nostri ospedali, per la sanità, per la prevenzione, la cura sanitaria, quindi se sarà questo io credo che noi dovremmo accedere a questi fondi”.
A Zingaretti viene anche chiesto un parere sull’atteggiamento di una parte delle opposizioni riguardo alla trattativa europea, in particolar modo sulle strategie usate dal leader della Lega, Matteo Salvini: “Non voglio fare polemiche, però giudico le persone sulle proposte che fanno e quando Salvini, dentro questa crisi, dice ‘stampiamo moneta’ o su temi come l’Europa si continuano a fare dei distinguo senza senso, mi permetto di dire che non c’è la consapevolezza del salto che il sistema Paese deve fare insieme. Io non pretendo che Matteo Salvini dica che Conte è inadeguato o adeguato. Ma quello che percepisco è una guerriglia politica come se niente fosse”.
Zingaretti ribadisce che serve unità tra tutte le realtà del Paese: “Non sopporto il chiacchiericcio dove passiamo da chiudiamo-chiudiamo ad apriamo-apriamo con una disinvoltura immensa – ha detto – Bisogna trovare punto d’incontro tra il valore che la scienza dà rispetto a delle date e processi scientifici e la necessità di tenere in vita l’economia di un Paese. Le persone vogliono delle certezze. Da presidente di Regione dico che dobbiamo mettere nel conto che quando ricominceremo a uscire ci sarà un aumento del contagio, ma questo dovrà essere governabile. Dobbiamo togliere dallo scontro politico il tema e guardare al merito. Non possiamo vivere in eterno bloccati, dobbiamo ripartire ma in sicurezza”. E non invoca, quindi, nemmeno il commissariamento della sanità lombarda, paventato dai critici più feroci della gestione dell’emergenza da parte della giunta leghista guidata da Attilio Fontana: “No, non credo (che ci possa essere un commissariamento, ndr) e credo che questo non sia neanche uno dei temi più importanti. Abbiamo aiutato molte Regioni e riceveremo aiuto da altre Regioni se ci serve. Se c’è una verità che ci insegna questa emergenza è che è finita la storia che isolarci, dividerci, ci rende più forti. Abbiamo bisogno di un Paese e di un’Europa più unita”.
Infine, il segretario Dem chiude ricordando i momenti della malattia: “Ci sono stati dei momenti in cui ho avuto paura, anche se non ho mai avuto bisogno di ossigeno, come molti altri. È stata dura, ora però sono al lavoro h24 per sconfiggerlo, per tutti”.