Una garanzia milionaria per un grande evento sportivo. Suona familiare: un paio d’anni fa quella per la Ryder Cup di golf era diventato un vero e proprio tormentone, con l’ex ministro Lotti che cercava di piazzarla dappertutto, fino al sospirato via libera con 6 mesi di ritardo. Il governo è diverso, la manifestazione pure, ma l’Italia si è appena impegnata per un altro evento: nella legge di conversione del decreto olimpico approvata la settimana scorsa alla Camera non c’è soltanto il regalone per i manager del Comitato organizzatore di Milano-Cortina (che potranno pagare meno tasse), ma anche una garanzia dello Stato di 58 milioni di euro per i Giochi invernali 2026.
La maxi-esenzione fiscale, solo parzialmente ridotta dall’intervento del Movimento 5 stelle, non è l’unico provvedimento oneroso del decreto. C’è pure un’altra garanzia. Rispetto a quella per Ryder ci sono profonde differenze. Quella per il golf valeva 97 milioni di euro, ed era anche piuttosto rischiosa, visto i dubbi sul “business plan” della manifestazione. Tanto che la Federazione, proprio per stoppare le polemiche, ha deciso di sottoscrivere un’assicurazione privata, in modo da coprire almeno la parte più a rischio, quella dei ricavi dall’aumento dei tesserati.
In questo caso invece parliamo di una garanzia che pure la relazione tecnica definisce “estremamente remota”: la fideiussione copre solo l’anticipo dei diritti televisivi che il Cio verserà al Comitato organizzatore, e che dovrà essere rimborsato esclusivamente in caso di annullamento o spostamento dei Giochi. Una condizione che veniva considerata praticamente impossibile. Fino all’emergenza Coronavirus, che ha costretto Tokyo a rinviare di un anno le Olimpiadi 2020. Una circostanza unica e, si spera, anche irripetibile.
La garanzia olimpica dunque appare poco più che una formalità. C’è un dettaglio che emerge però dalla relazione: i 58 milioni di euro assicurati dallo Stato sono solo una parte, esattamente un settimo, della cifra totale pari a 452 milioni di dollari, e si aggiungono alle fideiussioni già rilasciate, in via parziale e pro quota, dalle Regioni Lombardia e Veneto, dalle Province autonome di Trento e di Bolzano, e dai Comuni di Milano e Cortina. In fase di candidatura, sia il governo che il Coni avevano assicurato che le garanzie necessarie sarebbero state firmate solo dagli enti locali. Ma il bluff dei “Giochi dell’autonomia” era stato svelato già da un pezzo, prima con l’impegno dell’ex sottosegretario Giorgetti a farsi carico degli oneri per la sicurezza,poi col miliardo per le infrastrutture infilato nell’ultima manovra. Adesso si scopre che persino per le garanzie il governo ha dovuto fare la sua parte. Come sempre, per le Olimpiadi paga (anche) lo Stato.