Non è proprio la fase due, ma è un barlume di luce verso la fine del tunnel dell’emergenza coronavirus in Campania. Annunciata ieri sera, è da poche ore on line l’ordinanza del governatore Vincenzo De Luca che riaccende i forni delle pizzerie, riapre le cucine dei ristoranti e rimette a pressione le macchine del caffè a Napoli e nel resto della regione. L’ordinanza numero 37 ha stabilito che da lunedì 27 aprile saranno possibili anche in Campania consegne a domicilio di pizze, cibo e prodotti da bar e da pasticceria, consegne che nel resto del Paese erano proseguite ma qui no, impedite da ordinanze più restrittive.

Da lunedì riaprono anche cartolerie e librerie. Tutte queste attività lavoreranno con orari contingentati e a singhiozzo: solo la mattina e fino alle 16 i bar, le pasticcerie, solo la sera le pizzerie e i ristoranti, solo fino alle 14 le librerie e le cartolerie. Il provvedimento di De Luca invita gli esercenti a trascorrere questi giorni compiendo una accurata sanificazione dei locali rimasti chiusi quasi due mesi e incoraggia per le librerie sistemi di vendita attraverso prenotazioni telefoniche o sul web.

Sul divieto di pizza – proprio a Napoli, poi – si era consumato l’ennesimo scontro tra De Luca e il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, arrivato ad accusare il governatore di “sadismo ingiustificato”.

Una battaglia condotta da de Magistris e da pizzaioli famosi in tutto il mondo, a cominciare da Gino Sorbillo che a causa del no al delivery aveva paventato la chiusura di ben quattro pizzerie. “Le cose vanno male, io chiuderò quattro locali tra Napoli e Milano, ma la consegna delle pizze a casa si può fare in sicurezza e permetterebbe a tutto il settore di ricominciare a camminare, seppure come un’auto che va a fil di gas”, aveva detto. Un appello lanciato da Massimo Di Porzio, titolare di “Umberto”, nel quartiere napoletano di Chiaia e presidente della Fipe Confcommercio per Napoli e provincia, e a cui avevano aderito oltre 400 ristoratori, da quelli storici ai giovani imprenditori.

De Luca spiega così: “Si tratta di un primo passo e di un primo segno di rilancio delle attività economiche secondo una linea di responsabilità e di prudenza, che richiede da parte di tutti il rispetto rigoroso delle regole di tutela della propria e dell’altrui incolumità”. “Il provvedimento – aggiunge – è articolato in maniera da diluire la mobilità nel corso della giornata ed evitare assembramenti. Sarà fondamentale rispettare tutti i dispositivi di sicurezza, pena sanzioni severe a carico degli inadempienti. Occorrerà utilizzare i prossimi giorni per sviluppare tutte le operazioni di sanificazione e igienizzazione dei locali, in qualche caso chiusi da molte settimane, per sottoporsi a visite mediche e per preparare tutte le certificazioni necessarie dal punto di vista sanitario”.

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