Nella fattoria “Nueske Farms” di Wittenberg, in Germania, è nata una capra con due teste per un unico corpo. È successo durante un parto gemellare: il fratellino è nato “normale” mentre “Janus” -come è stato ribattezzato – ha fatto più fatica a uscire ma nonostante la malformazione, ha iniziato subito a respirare e a chiedere le attenzioni di un qualsiasi capretto. Ad annunciare l’evento sono stati gli stessi allevatori che su Facebook hanno spiegato con sorpresa l’accaduto in un video. “Oggi abbiamo avuto il nostro primo capretto a due teste! Ha avuto bisogno di aiuto per uscire dopo suo fratello, che era perfettamente normale. Mamma capra sta bene, proprio come i cuccioli. Speriamo che viva“.
“È una capra normale. Dobbiamo solo aiutarla“, ha aggiunto Jocelyn Nueske, che ha seguito tutto il travaglio. “Ha quattro occhi e due bocche, ma non siamo sicuri che gli occhi interni siano in grado di vedere mentre quelli esterni reagiscono normalmente agli stimoli. Cerchiamo di aiutarlo il più possibile. Spero che possa camminare tra un mese: sarebbe bello”. Per questo l’animale ha iniziato già a fare delle sessioni di fisioterapia, per imparare a camminare e a tenere le sue due teste in alto, nonostante il doppio peso, motivo per cui gli allevatori non escludono di intervenire chirurgicamente. “La sua bocca destra ha un palatoschisi, mentre l’altra è più piccola del normale”.
“Le radiografie di Janus mostrano che ha due crani completamente formati, fusi tramite le ossa laterali occipitali. Ha due cervelli nella parte anteriore che si collegano insieme nella parte posteriore del cranio anche se sembra avere un doppio midollo spinale che si fonde in un’unica colonna vertebrale”, hanno spiegato ancora gli allevatori. “Comprendiamo e rispettiamo il fatto che le persone possano avere opinioni diverse sul nostro piccolo Janus, ma abbiamo preso la decisione di prenderci cura di questo capretto unico nel suo genere e siamo disposti a condividere questa esperienza rara e speciale con gli altri e ad accogliere i loro commenti positivi”, concludono.
