Secondo Devi Sridhar, professore di Salute globale presso la University of Edinburgh, “senza test di massa, la pandemia da coronavirus continuerà a diffondersi”. Dello stesso parere sembra Andrea Crisanti, prof. di Microbiologia e Virologia dell’Università di Padova, ideatore della strategia adottata a Vo’ Euganeo e pensata dopo i successi dell’approccio “test and tech” in Corea del Sud.

Tale strategia, in Veneto, ha già salvato migliaia di vite umane. In Veneto il coronavirus ha fatto 1087 vittime, in Lombardia 12213, in Emilia Romagna 3023 e in Piemonte 2331. Eppure, voci “autorevoli” del comitato tecnico scientifico coronavirus e dell’Oms sembrano non credere molto nell’approccio “test and tech” ritenuto “scientificamente inutile” e “logisticamente impossibile.”

Il prof. Gualtiero Ricciardi, rappresentante per l’Italia del consiglio esecutivo Oms, ha criticato apertamente l’approccio di Crisanti, affermando che la strategia del Veneto “non è stata corretta perché ha derogato all’evidenza scientifica” in quanto le linee guida dell’Oms, riprese dall’ordinanza del ministro della Salute del 21 febbraio, “non sono state applicate”. E “…le linee guida dell’Oms sottolinea(no) la necessità di fare test (solo) ai pazienti sintomatici con fattori di rischio”.

Dello stesso parere sembra essere il dr. Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Oms: “Non viene suggerito, al momento, di effettuare screening di massa. Semmai, l’Oms raccomanda di sottoporre a test gli operatori sanitari esposti al rischio contagio”. Per il dr. Ranieri Guerra e il prof. Ricciardi, l’eventualità di estendere a livello nazionale l’approccio del prof. Crisanti e del “mass testing” non sembra meritare attenzione.

Eppure, Tedros Adhanom Ghebreyesus, numero uno dell’Organizzazione mondiale della Sanità, ha affermato di recente: “Test, test, test: non puoi combattere un incendio con gli occhi bendati.” Tale slogan sembra ironicamente (o tragicamente) più vicino alla posizione del prof. Crisanti che afferma: “Ovunque ci siano focolai, bisognerebbe eseguire test di massa alla popolazione e tracciare i contatti dei positivi (più o meno stretti), quindi isolare tutti i contagiati, anche se asintomatici. Ci vuole un’azione aggressiva, altrimenti il virus continuerà a circolare.”

Alcuni dicono che far test di massa sia troppo costoso. Davvero? Ogni mese di lockdown costa circa il 2% di Pil. I costi di una strategia nazionale di “mass testing” sono notevolmente inferiori ai costi del lockdown. In ogni caso, sarebbe un buon investimento sia sanitario sia economico, come dimostrato in Sud Corea, dove hanno contenuto l’epidemia con soli 234 morti e non sono neppure dovuti ricorrere al lockdown.

Secondo il prof. Crisanti, la riluttanza di Iss e Oms a far tesoro dei risultati dell’approccio Vo’ Euganeo-Corea del Sud “ci ha fatto perdere un mese sugli asintomatici” proprio perché il contagio avviene non solo da persone con sintomi.

Mentre l’Italia supera i 23mila morti da coronavirus, chiedersi se “senza test di massa, la pandemia da coronavirus continuerà a diffondersi” è fondamentale. Ma per il dr. Ranieri Guerra, come accertato in un suo messaggio sui social, sono solo “polemiche (imbarazzanti).”

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