Il senatore Mario Michele Giarrusso e il deputato Nicola Acunzo sono stati espulsi dal Movimento 5 stelle perché in ritardo con le restituzioni di parte dello stipendio. Il procedimento dei probiviri incaricato di valutare la posizione dei parlamentari era stato aperto a inizio gennaio.

Giarrusso, senatore siciliano alla seconda legislatura, è uno dei volti storici del Movimento. La sua espulsione era stata rinviata fino a questo momento, tra le altre cose, anche per far fronte ai pochi voti di scarto su cui può contare la maggioranza a Palazzo Madama. Solo pochi giorni fa Giarrusso aveva firmato l’appello di Alessandro Di Battista contro la riconferma di Descalzi all’Eni, segnando l’ennesima presa di distanza dalla linea M5s.

A gennaio scorso inoltre, il senatore aveva motivato i suoi ritardi dicendo di aver messo da parte i soldi per far fronte alle cause dovute all’attività di parlamentare: “Non ho mai rinnegato gli impegni presi col Movimento”, era stata la sua giustificazione su Facebook, “né intendo abbandonare il Movimento. Semplicemente è cambiato il meccanismo della rendicontazione e quello nuovo non consente più l’accantonamento di quanto rendicontato. Perché questo ho fatto. Ho accantonato, da gennaio 2019, le somme che avrei dovuto restituire, per costituire una riserva per far fronte alle spese legali per alcuni processi pendenti a mio carico, scaturiti dalla mia attività di parlamentare”.

E’ stato inoltre espulso anche Nicola Acunzo, l’attore “arruolato” nel M5s nel 2018 ed eletto attraverso i collegi uninominali in Campania. Il deputato era in ritardo con le restituzioni, una situazione che non ha mai sanato nonostante le promesse. Acunzo nel 2019 non ha mai versato i fondi che, da regolamento, i parlamentari 5 stelle si decurtano dallo stipendio.

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