L’Istituto Storico della Resistenza di Grosseto con la sua biblioteca da 20mila volumi rischia di chiudere. Il tutto a pochi giorni dal 25 aprile e a poche settimane dal 2 giugno quando, oltre alla Festa della Repubblica, l’Isgrec festeggerà i suoi 27 anni. La sede infatti è stata dichiarata inagibile dopo un esposto anonimo e i controlli della Provincia, ma da allora il Comune di Grosseto non è riuscito a trovare un altro spazio in grado di ospitare l’istituto che raccoglie gli studi sulla resistenza cittadina. Per salvare e trovare una casa all’Isgrec sotto sfratto è partita anche una petizione sulla piattaforma weebly.com che ha raccolto più di 3mila firme tra cui molti parlamentari come l’ex ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti, il deputato Pd Stefano Ceccanti, l’ex presidente del consiglio oggi giudice della Corte Costituzionale, Giuliano Amato, la collega Silvana Sciarra, il presidente emerito della Corte Costituzionale Valerio Onida, lo storico dell’arte Tomaso Montanari e molti docenti e storici della resistenza di tutta Italia. All’appello ha aderito anche Libertà e Giustizia.
Non mancano le polemiche politiche dopo la lettera inviata a inizio marzo dal presidente dell’Isgrec, Luca Verzichelli, al sindaco di Grosseto e presidente della Provincia, il civico in quota Fratelli d’Italia Antonfrancesco Vivarelli Colonna. Verzichelli in quell’occasione aveva chiesto al primo cittadino di trovare un altro spazio dove ospitare la preziosa biblioteca e aprire al pubblico per le usuali 40 ore settimanali, ma fino ad oggi non è arrivata alcuna risposta. E adesso l’Isgrec rischia la chiusura. “Riterrei inaccettabile vedere l’Isgrec morire per una decisione politica che si nasconde dietro l’opaca vicenda di un esposto anonimo – ha scritto Verzichelli in una lettera a Vivarelli Colonna pubblicata dal Tirreno – il presidente della Provincia ha l’opportunità e la responsabilità di proporre una soluzione”.
Istituto a rischio chiusura – Tutto era iniziato nei primi giorni di marzo, quando alla Provincia di Grosseto era arrivato un esposto anonimo in cui si denunciava l’inagibilità di alcuni locali della sede alla Cittadella dello Studente in comodato d’uso e il 5 marzo la Provincia aveva messo i sigilli e inviato una lettera al presidente dell’Isgrec in cui si annunciava la chiusura. L’ente sarebbe anche rientrato in possesso della struttura sine die. E nel frattempo l’Istituto storico della Resistenza, ormai diventato un patrimonio per Grosseto e per tutta la Toscana, è rimasto chiuso al pubblico e non è stata trovata una nuova sede per la biblioteca, per le iniziative culturali e per la ricerca storica.
Proprio per questo a firmare la petizione sono stati anche molti studiosi del fascismo e della Resistenza come Paul Corner, Raul Pupo e il professore di Storia all’Università di Siena, Giovanni Gozzini. A loro si sono aggiunti anche il collega senese Nicola Labanca, la professoressa Manuela Caiani della Scuola Normale Superiore di Pisa e il professore emerito Riccardo Zipoli della Ca’ Foscari di Venezia.
“Decisione politica” – L’immobilismo del Comune di Grosseto guidato dal centrodestra, ha fatto tornare in auge le accuse nei confronti del sindaco Vivarelli Colonna di strizzare l’occhio alle frange più estreme della destra grossetana e di voler sfrattare l’Istituto Storico della Resistenza mentre tutti gli occhi sono puntati sull’emergenza Coronavirus. Il riferimento velato è arrivato anche da Verzichelli a cui venerdì si è unito il consigliere regionale e candidato di Toscana a Sinistra, Tommaso Fattori: “Formalmente viene utilizzato l’argomento dell’inagibilità dei locali – spiega – ma lo sfratto intimato dalla Provincia di Grosseto è una scelta di natura politica anche se il sindaco di Grosseto Vivarelli Colonna non ha il coraggio di affermarlo apertamente. È chiaro a chiunque che l’obiettivo è quello di cancellare un importante luogo di testimonianza e di ricerca sulla storia della Liberazione, a pochi giorni dal 25 aprile”.