Un “sistema collettivo, nel quale tutti si beano di un’imperante e generalizzata sensazione d’impunità proprio perché tutti complici, controllori e controllati”. È quanto scrive il gip Claudio Paris nell’ordinanza dell’operazione “Cartellino rosso” che ha fatto luce sull’assenteismo di molti dipendenti dell’Asp di Catanzaro e dell’ospedale “Pugliese-Ciaccio”: 57 indagati e 15 di questi raggiunti da un provvedimento di interdizione dal lavoro perché accusati di truffa ai danni dello Stato e fraudolenta attestazione della presenza in servizio.
L’operazione della Procura di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri, è scattata stamattina quando il nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza ha notificato l’avviso di conclusione indagini agli indagati. Tra i soggetti interdetti ci sono 8 dipendenti dell’ospedale e 7 dell’azienda sanitaria. Tra questi anche un dirigente accusato di assenteismo. Si tratta di Carlo Nisticò, responsabile della struttura complessa “Gestione tecnico patrimoniale” dell’Asp di Catanzaro. Per lui il gip ha disposto la sospensione di un anno.
Sono stati colpiti dalla misura interdittiva anche i dipendenti dell’Asp Francesco Salvatore Sinopoli, Rosario Tomarchio, Mario Mangiacasale, Maurizio Mazziotti, Giuseppe Folino Gallo e Antonio Aloi. Per quanto riguarda l’azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio”, i destinatari dell’ordinanza sono stati Marcello Ferro, Alessandro Ruggiero, Giuseppe Ciambrone, Vitaliano Palaia, Enrico Caruso, Giuseppe Raciti, Vincenzo Mancuso e Giorgio Costantino. Nei loro confronti e nei confronti di altri tre indagati, oggi in pensione, il procuratore aggiunto Giancarlo Novelli e dal sostituto Domenico Assumma hanno chiesto e ottenuto dal gip anche il sequestro preventivo finalizzato alla confisca delle somme di denaro (20mila euro) corrispondenti agli stipendi illecitamente guadagnati di dipendenti.
La guardia di finanza, infatti, ha riscontrato oltre 2100 episodi di assenteismo, di ingiustificato allontanamento dal luogo di lavoro e di falsa attestazione della presenza, per un totale di circa 1.800 ore di servizio non effettuate. Grazie alle registrazioni video e ai pedinamenti, le fiamme gialle hanno scopreto che i dipendenti indagati si sarebbero allontanati dall’ufficio per fare la spesa. Ma anche per giocare al videopoker in un esercizio commerciale nelle vicinanze dell’ospedale e degli uffici dell’Asp. Il badge, intanto, lo timbravano i colleghi compiacenti. Uno di questi, nel tentativo di non farsi riprendere dalle telecamere di videosorveglianza, è arrivato a coprirsi aprendo l’ombrello all’interno della struttura.