“Ero un bambino della casa di Sciesopoli”, inizia così uno dei videomessaggi che l’associazione dei bambini di Selvino, una no profit israeliana nata per preservare il sito come luogo di memoria della Shoah, ha mandato a Diego Bertocchi, sindaco del paese bergamasco all’inizio della Val Seriana, per far sentire la propria vicinanza anche in questo momento di emergenza. Un’ulteriore dimostrazione che gli orfani ebrei – accolti nella ex colonia fascista alla fine della Seconda guerra mondiale prima di emigrare nello stato d’Israele – non hanno dimenticato da dove è iniziata la loro rinascita. Così, impossibilitati a venire in Italia per i 75 anni dalla Liberazione che si celebrano il 25 aprile, gli ex abitanti della colonia, hanno voluto essere vicini ai selvinesi – all’ultimo conteggio ufficiale di domenica 19 aprile erano morti in 23, quasi l’1 per cento della popolazione – e agli italiani colpiti dal Covid-19. Come? Con una donazione all’ospedale di Bergamo accompagnata da tanti videomessaggi che hanno come protagonisti i bambini di Sciesopoli, i loro figli e i loro nipoti. Anche il primo cittadino, Bertocchi, ha voluto mandare un messaggio virtuale, esprimendo il suo “sincero grazie, a nome di tutta la cittadinanza”.

“Proprio martedì 22 aprile abbiamo fatto partire un bonifico di 8.070 euro destinato all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo” spiega Enrico Grisanti, uno dei membri italiani sposato con Anna Sternfeld, nipote di uno degli ingegneri che progettarono le navi su cui i bambini tornarono in Israele. “Abbiamo anche allegato una lettera per la direttrice generale dell’ospedale, Maria Beatrice Stasi”, continua. Il messaggio di Grisanti è forte: “Un sopravvissuto di Buchenwald recentemente ha detto: ‘Siamo tutti nella stessa condizione ma nel frattempo non siamo affamati, non abbiamo freddo e non stiamo guardando in faccia la morte. Siamo quindi ottimisti e tutto si risolverà’”. Diversi gli auguri dei videomessaggi. “Mille violini suonati dal vento, tutti i colori dell’arcobaleno verranno a fermare la maledetta Corona”, dice, per esempio, di Nir Donath (figlio di due istruttori della casa di Sciesopoli) che parafrasa “Piove” di Domenico Modugno.

L’associazione ha rimandato al prossimo anno il ritorno a Selvino per i 75 anni dalla Liberazione: “Speriamo di stabilire una nuova data una volta che sarà tutto finito”, spiega a ilfattoquotidiano.it Tami Sharon, figlia della bambina di Selvino Leah Spivak. Gli abbracci con gli italiani, quindi, sono solo rimandati.

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