Dopo settimane di confinamento resta tuttora un’incognita fondamentale: quante sono attualmente le persone contagiate dal virus che, una volta libere di muoversi, potranno contagiare altre persone? Le stime per l’Italia variano moltissimo: chi dice un milione, chi dice cinque, chi dice dieci o più. Questa incertezza è un problema, perché rende molto difficile quantificare i rischi cui andremo incontro rilassando le restrizioni.
Avere una stima realmente attendibile del numero di positivi (e contagiosi) attuali non solo permetterebbe alla popolazione di rendersi finalmente conto delle effettive dimensioni del problema, ma è indispensabile per calibrare al meglio tempi e modi della riapertura.
E’ per questo motivo che il 17 aprile il Governo ha annunciato l’avvio delle procedure per un’indagine campione sulla diffusione del virus. Il progetto prevede di testare 150mila persone selezionate a livello nazionale dall’Istat: grazie ai risultati di questi test sarà possibile stimare la percentuale di positivi nelle varie regioni e province italiane, e avremo finalmente dati solidi su cui basare le modalità di uscita dalle restrizioni.
L’iniziativa è quindi molto apprezzabile, ma c’è un notevole problema: il progetto prevede di testare il campione solo con un kit di tipo sierologico. Il test sierologico è un tipo di test che, a differenza del classico tampone, non rivela la presenza del virus, ma solo quella degli anticorpi prodotti dal sistema immunitario per combattere il virus. Secondo le linee guida del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), servono da 6 a 15 giorni dopo la comparsa dei sintomi della malattia affinché l’organismo produca questi anticorpi.
Quindi il test sierologico non è adatto per scoprire gli infetti attuali. Può servire a capire quante persone hanno contratto il virus in passato: un dato sicuramente utile, ma che non ci descrive la contagiosità attuale e purtroppo non può neanche assicurare “patenti di immunità”.
Oltretutto, questo tipo di test presenta noti problemi di falsi positivi e negativi. Il bando di gara del governo per l’acquisto dei test prevede tra i requisiti qualitativi “una sensibilità almeno del 90% e una specificità almeno del 95%”: che cosa significa?
La sensibilità è in pratica l’efficienza: se il test è sensibile al 90%, significa che su 100 persone positive agli anticorpi è in grado di individuarne 90, mentre le altre dieci non le rivela. Questi dieci sono “falsi negativi”, ovvero persone che stando ai risultati del test sono negative, ma in verità sono positive.
La specificità invece ci dice quante volte si prendono fischi per fiaschi, ovvero il test risulta positivo anche se la persona testata non ha mai contratto il virus. Una specificità del 95% significa che se faccio il test a 100 persone che non hanno mai avuto il Covid-19, cinque di esse risulteranno positive anche se non lo sono.
Questi “falsi positivi” sono un bel problema. Immaginatevi una regione nella quale solo una persona su cento abbia avuto il virus… facendo il test sierologico, concluderemo che le persone che hanno avuto il virus sono invece il 5%, cinque volte tanto! Insomma: il test sierologico non solo non rileva i contagiosi attuali, ma ha dei problemi di affidabilità e può sovrastimare anche di molto i casi reali.
Per fortuna però esiste un ottimo sistema per superare entrambe queste limitazioni, ed è quello di abbinare al test sierologico il classico test con il tampone. Il tampone individua il virus vero e proprio e quindi può dirci quante sono le persone che potranno trasmettere il contagio una volta allentate le restrizioni… ma non solo!
Testare simultaneamente un ampio campione con il sierologico e con il tampone ci permetterebbe infatti di avere un quadro molto più completo della situazione dell’epidemia, dandoci informazioni non solo sul passato, ma anche sul presente. La possibilità di incrociare i risultati dei due test sarebbe poi indubbiamente preziosa per la ricerca scientifica in campo epidemiologico, diagnostico, clinico, statistico… e inoltre il confronto tra i risultati del test con tampone e del test sierologico consentirebbe di ridurre sensibilmente il problema dei falsi positivi e negativi, sia del test sierologico sia del tampone!
Una volta messa su tutta l’organizzazione per fare il test a campione sarebbe quindi uno spreco non sfruttarla per fare anche il test con tampone, che richiederebbe uno sforzo aggiuntivo molto ridotto rispetto a quello iniziale. In Piemonte verranno fatti 12.000 di questi test sierologici. Molti sanno quanto sia critica oggi la situazione in questa regione, dove i contagi sono ancora in crescita lineare in controtendenza con il resto del paese: qui conoscere il numero di soggetti contagiosi è di importanza ancor più grande che in altre regioni più fortunate.
I 12.000 tamponi necessari per l’abbinamento non appaiono un problema insormontabile, se pensiamo che attualmente la regione è in grado di fare anche 6.000 tamponi al giorno, e che questo numero continua ad aumentare. E’ da questa ben motivata preoccupazione che nel mondo dell’università e della ricerca piemontese è stata concepita l’idea di una lettera aperta in cui si chiede alla Regione di cogliere l’occasione, e di abbinare il test con tampone al test sierologico già in programma.
La lettera in meno di due giorni ha raccolto oltre 300 firme dai tre atenei piemontesi e dalle sezioni degli enti di ricerca Inaf, Infn e Inrim, e ora è stata messa online per aprirla alla sottoscrizione di tutti. Ovviamente, è chiaro che anche nel resto d’Italia abbinare il tampone al test sierologico porterebbe grandi benefici: nel malaugurato caso in cui una regione non avesse il numero di tamponi sufficienti, potrebbe perlomeno abbinare il tampone ad una parte dei sierologici… come si dice? Piuttosto che niente, è meglio piuttosto!
La speranza ovviamente è che l’ottenimento del risultato in Piemonte possa servire da apripista affinché il governo stesso colga l’opportunità di abbinare i sierologici ai tamponi per tutto il campione nazionale, in modo da avere finalmente i dati omogenei e completi indispensabili non solo per comprendere la situazione attuale, ma per monitorarla nel tempo.
L’investimento aggiuntivo si ripagherà da solo: migliore sarà la conoscenza della situazione, più speditamente si potrà procedere alla riapertura scongiurando al tempo stesso una catastrofica riesplosione del contagio, che darebbe il colpo di grazia a tante diverse situazioni che sono ormai già sull’orlo del precipizio.
Alessandro Ferretti
Ricercatore universitario
Scienza - 23 Aprile 2020
Coronavirus, il Piemonte colga l’occasione: l’indagine campione ha bisogno anche dei tamponi
Dopo settimane di confinamento resta tuttora un’incognita fondamentale: quante sono attualmente le persone contagiate dal virus che, una volta libere di muoversi, potranno contagiare altre persone? Le stime per l’Italia variano moltissimo: chi dice un milione, chi dice cinque, chi dice dieci o più. Questa incertezza è un problema, perché rende molto difficile quantificare i rischi cui andremo incontro rilassando le restrizioni.
Avere una stima realmente attendibile del numero di positivi (e contagiosi) attuali non solo permetterebbe alla popolazione di rendersi finalmente conto delle effettive dimensioni del problema, ma è indispensabile per calibrare al meglio tempi e modi della riapertura.
E’ per questo motivo che il 17 aprile il Governo ha annunciato l’avvio delle procedure per un’indagine campione sulla diffusione del virus. Il progetto prevede di testare 150mila persone selezionate a livello nazionale dall’Istat: grazie ai risultati di questi test sarà possibile stimare la percentuale di positivi nelle varie regioni e province italiane, e avremo finalmente dati solidi su cui basare le modalità di uscita dalle restrizioni.
L’iniziativa è quindi molto apprezzabile, ma c’è un notevole problema: il progetto prevede di testare il campione solo con un kit di tipo sierologico. Il test sierologico è un tipo di test che, a differenza del classico tampone, non rivela la presenza del virus, ma solo quella degli anticorpi prodotti dal sistema immunitario per combattere il virus. Secondo le linee guida del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), servono da 6 a 15 giorni dopo la comparsa dei sintomi della malattia affinché l’organismo produca questi anticorpi.
Quindi il test sierologico non è adatto per scoprire gli infetti attuali. Può servire a capire quante persone hanno contratto il virus in passato: un dato sicuramente utile, ma che non ci descrive la contagiosità attuale e purtroppo non può neanche assicurare “patenti di immunità”.
Oltretutto, questo tipo di test presenta noti problemi di falsi positivi e negativi. Il bando di gara del governo per l’acquisto dei test prevede tra i requisiti qualitativi “una sensibilità almeno del 90% e una specificità almeno del 95%”: che cosa significa?
La sensibilità è in pratica l’efficienza: se il test è sensibile al 90%, significa che su 100 persone positive agli anticorpi è in grado di individuarne 90, mentre le altre dieci non le rivela. Questi dieci sono “falsi negativi”, ovvero persone che stando ai risultati del test sono negative, ma in verità sono positive.
La specificità invece ci dice quante volte si prendono fischi per fiaschi, ovvero il test risulta positivo anche se la persona testata non ha mai contratto il virus. Una specificità del 95% significa che se faccio il test a 100 persone che non hanno mai avuto il Covid-19, cinque di esse risulteranno positive anche se non lo sono.
Questi “falsi positivi” sono un bel problema. Immaginatevi una regione nella quale solo una persona su cento abbia avuto il virus… facendo il test sierologico, concluderemo che le persone che hanno avuto il virus sono invece il 5%, cinque volte tanto! Insomma: il test sierologico non solo non rileva i contagiosi attuali, ma ha dei problemi di affidabilità e può sovrastimare anche di molto i casi reali.
Per fortuna però esiste un ottimo sistema per superare entrambe queste limitazioni, ed è quello di abbinare al test sierologico il classico test con il tampone. Il tampone individua il virus vero e proprio e quindi può dirci quante sono le persone che potranno trasmettere il contagio una volta allentate le restrizioni… ma non solo!
Testare simultaneamente un ampio campione con il sierologico e con il tampone ci permetterebbe infatti di avere un quadro molto più completo della situazione dell’epidemia, dandoci informazioni non solo sul passato, ma anche sul presente. La possibilità di incrociare i risultati dei due test sarebbe poi indubbiamente preziosa per la ricerca scientifica in campo epidemiologico, diagnostico, clinico, statistico… e inoltre il confronto tra i risultati del test con tampone e del test sierologico consentirebbe di ridurre sensibilmente il problema dei falsi positivi e negativi, sia del test sierologico sia del tampone!
Una volta messa su tutta l’organizzazione per fare il test a campione sarebbe quindi uno spreco non sfruttarla per fare anche il test con tampone, che richiederebbe uno sforzo aggiuntivo molto ridotto rispetto a quello iniziale. In Piemonte verranno fatti 12.000 di questi test sierologici. Molti sanno quanto sia critica oggi la situazione in questa regione, dove i contagi sono ancora in crescita lineare in controtendenza con il resto del paese: qui conoscere il numero di soggetti contagiosi è di importanza ancor più grande che in altre regioni più fortunate.
I 12.000 tamponi necessari per l’abbinamento non appaiono un problema insormontabile, se pensiamo che attualmente la regione è in grado di fare anche 6.000 tamponi al giorno, e che questo numero continua ad aumentare. E’ da questa ben motivata preoccupazione che nel mondo dell’università e della ricerca piemontese è stata concepita l’idea di una lettera aperta in cui si chiede alla Regione di cogliere l’occasione, e di abbinare il test con tampone al test sierologico già in programma.
La lettera in meno di due giorni ha raccolto oltre 300 firme dai tre atenei piemontesi e dalle sezioni degli enti di ricerca Inaf, Infn e Inrim, e ora è stata messa online per aprirla alla sottoscrizione di tutti. Ovviamente, è chiaro che anche nel resto d’Italia abbinare il tampone al test sierologico porterebbe grandi benefici: nel malaugurato caso in cui una regione non avesse il numero di tamponi sufficienti, potrebbe perlomeno abbinare il tampone ad una parte dei sierologici… come si dice? Piuttosto che niente, è meglio piuttosto!
La speranza ovviamente è che l’ottenimento del risultato in Piemonte possa servire da apripista affinché il governo stesso colga l’opportunità di abbinare i sierologici ai tamponi per tutto il campione nazionale, in modo da avere finalmente i dati omogenei e completi indispensabili non solo per comprendere la situazione attuale, ma per monitorarla nel tempo.
L’investimento aggiuntivo si ripagherà da solo: migliore sarà la conoscenza della situazione, più speditamente si potrà procedere alla riapertura scongiurando al tempo stesso una catastrofica riesplosione del contagio, che darebbe il colpo di grazia a tante diverse situazioni che sono ormai già sull’orlo del precipizio.
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Palermo, 17 feb. (Adnkronos) - Il sindaco di Catania Enrico Trantino e l'assessore alle politiche scolastiche Andrea Guzzardi questa mattina, all'inizio delle lezioni, si recheranno nella scuola Petrarca di via Pantelleria per testimoniare ai genitori, agli insegnanti e alla dirigenza scolastica, "la vicinanza delle istituzioni cittadine" alle maestre aggredite sabato dai genitori di un'alunna. Sono stati i genitori di un alunno di dieci anni a colpire con calci e pugni le due insegnanti e i carabinieri stanno indagando.
Trantino e Guzzardi hanno espresso "la più ferma condanna e vicinanza dell'Amministrazione comunale alle maestre di scuola primaria coinvolte, che abbiamo già contattato per sincerarsi delle loro condizioni. La sicurezza di studenti e personale scolastico è una priorità assoluta, e in quell'istituto stiamo concretamente operando per garantire un ambiente di apprendimento sereno e protetto e collaborare con la scuola e le forze dell'ordine per prevenire ulteriori episodi di violenza".
Sanremo, 16 feb. (Adnkronos) - "Conti ha detto che il suo festival è 'baudiano'? Sono molto contento, mi fa veramente piacere". Risponde così all'Adnkronos Pippo Baudo, commentando le parole del direttore artistico del festival Carlo Conti in conferenza stampa dove ha detto che il suo Sanremo è stato 'baudiano', ammettendo di ispirarsi allo storico conduttore del festival di Sanremo perché "ci ha insegnato lui a farlo". Baudo detiene attualmente il record di conduzioni del Festival della Canzone Italiana di Sanremo, avendolo presentato 13 volte.
Milano 14 feb. -(Adnkronos) - Vorwerk ha presentato in questi giorni a Berlino il nuovo Bimby, erede dell’elettrodomestico multifunzione impostosi sin dagli anni ’70 come il robot da cucina per antonomasia. Bimby TM7 rileva il testimone del modello lanciato nel 2019 con una proposta attenta al mercato e in risposta alle esigenze dei clienti in continua evoluzione: per questo i progettisti Vorwerk hanno apportato innovazioni al design, con l’ampio schermo multitouch da 10 pollici, all’interfaccia digitale, alla piattaforma Cookidoo, con oltre 10.000 ricette per un’esperienza culinaria sempre più nuova, e al motore di Bimby . Tutto questo consente di ottimizzare la vita in cucina, liberando il proprio tempo mentre Bimby si occupa della preparazione dei piatti. La novità Vorwerk, inoltre, arriva con un corredo di funzioni e opzioni di cottura ulteriormente ampliate.
Bimby TM7, già prenotabile da febbraio e disponibile a partire da aprile, porta a un livello superiore l’integrazione tra un elettrodomestico all'avanguardia e l'ecosistema digitale Cookidoo, garantendo un'esperienza culinaria più ricca, uniforme e intuitiva che ridefinisce i metodi di preparazione dei cibi. L’ultimo nato in casa Vorwerk sfoggia un’inedita veste in nero, scelta dettata non solo dallo stile ma perché facilita l’incorporazione di un maggior numero di materiali riciclati nel dispositivo. Il nuovo rivestimento isolante del boccale permette di maneggiarlo in sicurezza, contribuendo anche al mantenimento della temperatura ottimale delle preparazioni. Protagonista assoluto è l’ampio schermo multitouch da 10 pollici, che in Bimby TM7 integra la manopola e dà accesso immediato alla piattaforma Cookidoo, agevolando sia la ricerca che l'esecuzione di qualsiasi ricetta in modalità guidata.
L’interfaccia di Bimby TM7 si contraddistingue per la sua schermata principale personalizzabile sulle necessità di ciascun utente. Inoltre, sono state perfezionate componenti come la spatola, il tappo del coperchio e l’accessorio per le cotture al vapore (il cosiddetto Varoma) ora di forma rettangolare con più spazio per gli alimenti. Con le tantissime funzioni per cui è stato creato, Bimby TM7 manifesta pienamente la sua anima di robot tuttofare: cuoce, anche a vapore e ad alta temperatura, insaporisce, rosola, riscalda, effettua cotture in sottovuoto e cotture lente, prepara uova e cereali alla cottura desiderata, caramella e fa lievitare impasti, e fermentare yogurt e formaggi fatti in casa.
Oltre alle tante funzioni di cottura, Bimby TM7 sostituisce oltre 20 piccoli elettrodomestici da cucina, facendosi carico di sbrigare in modo veloce e impeccabile i compiti più ingrati e “time consuming” quali pesare, tritare, grattugiare, amalgamare, emulsionare, e anche impastare. La connettività intelligente Wi-Fi e Bluetooth e il collegamento multi-device alla piattaforma Cookidoo (sullo schermo Bimby ma anche attraverso la app e il PC), rendono disponibile in qualsiasi momento un ricettario digitale costantemente aggiornato che spazia tra decine di migliaia di ricette, italiane ed internazionali, tutte rigorosamente testate e descritte in dettaglio, ma anche video, tutorial, articoli e suggerimenti a cui attingere per ispirarsi. L’utente può scegliere se affidarsi alla modalità guidata o esplorare la modalità manuale. Nel primo caso, una volta selezionata la ricetta su Cookidoo, Bimby si occupa di tutto, indicando ingredienti, quantità e procedura, guidando l’utente con passaggi preimpostati, regolando automaticamente tempi, temperature e velocità. In modalità manuale, l’utente può selezionare il tipo di cottura che ritiene più indicata tra quelle a disposizione per realizzare velocemente le sue preparazioni, ma soprattutto trova anche un valido aiuto nelle innumerevoli modalità preimpostate - eseguibili al tocco di una semplice icona - uno dei punti di forza di Bimby.
Un’importante novità è l’introduzione della nuova funzione Cottura Aperta, che permette di cucinare senza coperchio a 100°C in totale sicurezza. Questa funzione, disponibile anche in modalità guidata con tante ricette preimpostate, non solo offre una visione completa sul lavoro di Bimby, ma consente anche l’aggiunta di ingredienti a piacere in corso d’opera. Un’alternativa eccellente per coloro che amano aggiungere il loro tocco personale alle ricette. Il TM7 è alimentato da un nuovissimo motore sincrono da 500 Watt che dispone di un ampio intervallo di giri al minuto - da 40 a 10.700 - e di un controllo adattativo della potenza : il tutto con una silenziosità che anche a pieno regime “non alza la voce”.
In attesa dell’inizio ufficiale delle consegne ad aprile, il nuovo Bimby può essere prenotato già da subito attraverso gli incaricati alla vendita, che accompagnano l’utente alla scoperta di tutte le nuove funzionalità del prodotto. La consulenza gratuita e personalizzata è parte integrante del mondo della vendita diretta Vorwerk.
Bruxelles, 16 feb. (Adnkronos) - Un anno fa, il 16 febbraio 2024, moriva l'attivista Alexei Navalny mentre era detenuto in un carcere russo: aveva 47 anni. Sono tante le persone che questa mattina si sono radunate a Mosca per rendere omaggio al più forte oppositore del Cremlino In centinaia si sono recate al cimitero Borisov. Qui hanno sfilato persone arrivate da sole, altre in piccoli gruppi, anche famiglie con bambini.
I sostenitori di Navalny hanno deposto fiori sulla sua tomba con la polizia che ha concesso l'ingresso al cimitero Borisov filmando tutto. C'erano anche diplomatici stranieri, compresi gli ambasciatori di Usa e Ue, Lynne Tracy e Roland Galharague, secondo notizie rilanciate dall'agenzia Dpa.
Nel ricordare Navalny, l'Ue dichiara che la riguardo "il presidente Putin e le autorità russe hanno la responsabilità ultima" della sua morte. "Mentre la Russia intensifica la sua guerra di aggressione illegale contro l'Ucraina, continua anche la repressione interna, prendendo di mira coloro che si battono per la democrazia - prosegue la dichiarazione dell'Alto rappresentante per la Politica estera dell'Ue, Kaja Kallas, a nome dei Ventisette - Navalny ha dato la sua vita per una Russia libera e democratica. Oggi i suoi avvocati restano ingiustamente in carcere, insieme a centinaia di prigionieri politici".
Secondo l'Ue "la Russia deve liberare immediatamente e senza condizioni i legali di Navalny e tutti i prigionieri politici". L'Unione chiede anche alla Russia di "porre fine alla sua repressione brutale della società civile, dei media dei membri dell'opposizione e di rispettare il diritto internazionale".
Yulia Navalnaya ha diffuso un video in occasione del primo anniversario della morte di suo marito Alexei Navalny in cui ricorda ciò in cui credeva il principale oppositore del Cremlino: "Sappiamo perché stiamo combattendo: una Russia del futuro che sia libera, pacifica e bella, quella che sognava Alexei è possibile. Bisogna fare di tutto affinché si realizzi il suo sogno".
"Ognuno può fare qualcosa: manifestare, scrivere ai prigionieri politici, far cambiare opinione ai propri cari, sostenersi a vicenda", prosegue Navalnaya, attesa a Berlino nell'ambito delle iniziative per ricordare Navalny. "Alexei è fonte di ispirazione in tutto il mondo. Capiscono che il nostro Paese non è solo guerra, corruzione, repressione", afferma, accusando il leader russo Vladimir Putin di "voler cancellare dalla nostra memoria il nome di Alexey, nascondere la verità sul suo omicidio e di costringerci alla rassegnazione".
"Ma non ci riuscirà. Il dolore ci rende più forti e quest'anno ha dimostrato che siamo più forti di quanto pensassimo", incalza la donna, chiedendo di prendere esempio dal "coraggio" e dalla "capacità di amare davvero il nostro Paese" che aveva Navalny.
"Navalny è morto un anno fa perché si batteva per la democrazia e la libertà in Russia", ha scritto il cancelliere tedesco Olaf Scholz su X, aggiungendo che il leader russo Vladimir "Putin combatte in modo brutale la libertà e i suoi difensori". Così, "il lavoro di Navalny è stato ancor più coraggioso - ha rimarcato - Il suo coraggio ha fatto la differenza e va ben oltre la sua morte".
Anche il ministero degli Esteri, Antonio Tajani, ha scritto un messaggio su X : "A un anno dalla morte di Aleksej Navalny, non dimentichiamo il suo coraggio e il suo sacrificio a favore della libertà e della democrazia. La mia vicinanza alla sua famiglia e a tutti i difensori dei diritti umani che ogni giorno combattono nel mondo per avere più giustizia e stato di diritto".
Sanremo, 16 feb. - (Adnkronos) - “Lucio Corsi è stata la vera novità del festival. Partito come uno sconosciuto al grande pubblico e riuscito a conquistare chi lo ha ascoltato grazie ai suoi testi pieni di poesia, ironia e fantasia". Così Carlo Verdone, all'Adnkronos, commenta il successo di Lucio Corsi, secondo classificato a Sanremo 2025.
Con il brano 'Volevo essere un duro', l'artista toscano si è classificato secondo e ha vinto il Premio della Critica "Mia Martini". Un successo che Verdone aveva in qualche modo previsto, includendo Corsi nel cast della terza stagione di 'Vita da Carlo'. Nella serie, Verdone interpreta il direttore artistico del Festival, scegliendo proprio Corsi come artista in gara. Una finzione che si è trasformata in realtà.
Verdone non loda solo il talento artistico di Corsi, ma anche le sue qualità umane: "Quello che traspare in Lucio è l’essere una persona piena di garbo, che vive di stupore. Non c’è mai rabbia in lui. Ma la sua forza non è solo nel suo talento ma anche nella sua pacatezza di persona perbene e umile. L’umiltà è la cosa che lo contraddistingue più di tutte. E’ andato avanti con i suoi soli mezzi".
E conclude: "Grazie a lui la musica mi sembra abbia iniziato a prendere un’altra direzione, meno ansiogena, più riflessiva e amabile, fondata su dei testi belli. E’ un poeta. Sono contento anche perché puntare su di lui nella mia serie è stata una scommessa vinta anche per me. Gli auguro tutto il successo che merita”, conclude.
Bruxelles, 16 feb. (Adnkronos) - Un anno fa, il 16 febbraio 2024, moriva l'attivista Alexei Navalny mentre era detenuto in un carcere russo: aveva 47 anni. Sono tante le persone che questa mattina si sono radunate a Mosca per rendere omaggio al più forte oppositore del Cremlino In centinaia si sono recate al cimitero Borisov. Qui hanno sfilato persone arrivate da sole, altre in piccoli gruppi, anche famiglie con bambini.
I sostenitori di Navalny hanno deposto fiori sulla sua tomba con la polizia che ha concesso l'ingresso al cimitero Borisov filmando tutto. C'erano anche diplomatici stranieri, compresi gli ambasciatori di Usa e Ue, Lynne Tracy e Roland Galharague, secondo notizie rilanciate dall'agenzia Dpa.
Nel ricordare Navalny, l'Ue dichiara che la riguardo "il presidente Putin e le autorità russe hanno la responsabilità ultima" della sua morte. "Mentre la Russia intensifica la sua guerra di aggressione illegale contro l'Ucraina, continua anche la repressione interna, prendendo di mira coloro che si battono per la democrazia - prosegue la dichiarazione dell'Alto rappresentante per la Politica estera dell'Ue, Kaja Kallas, a nome dei Ventisette - Navalny ha dato la sua vita per una Russia libera e democratica. Oggi i suoi avvocati restano ingiustamente in carcere, insieme a centinaia di prigionieri politici".
Secondo l'Ue "la Russia deve liberare immediatamente e senza condizioni i legali di Navalny e tutti i prigionieri politici". L'Unione chiede anche alla Russia di "porre fine alla sua repressione brutale della società civile, dei media dei membri dell'opposizione e di rispettare il diritto internazionale".
"Navalny è morto un anno fa perché si batteva per la democrazia e la libertà in Russia", ha scritto il cancelliere tedesco Olaf Scholz su X, aggiungendo che il leader russo Vladimir "Putin combatte in modo brutale la libertà e i suoi difensori". Così, "il lavoro di Navalny è stato ancor più coraggioso - ha rimarcato - Il suo coraggio ha fatto la differenza e va ben oltre la sua morte".
Napoli , 16 feb. - (Adnkronos) - Una bimba di appena 9 mesi è morta nella notte tra sabato e domenica all'ospedale di Acerra (Napoli) a causa delle gravissime ferite alla testa e al volto causate dai morsi del cane pitbull di famiglia.
Secondo quanto si apprende, la piccola era in casa con il padre. La tragedia è avvenuta nella tarda serata di sabato in un appartamento di Acerra. In ospedale sono intervenuti gli agenti del commissariato di polizia di Acerra che hanno avviato le indagini, coordinati dalla Procura di Napoli Nord.
Secondo i primi accertamenti, pare che la bimba sia stata aggredita dal cane di famiglia mentre il padre dormiva e la madre era al lavoro. Sul caso sono in corso accertamenti. Incensurati e sotto i 30 anni, i genitori sono sotto shock.