La Bce fa un’altra mossa senza precedenti per sostenere i Paesi colpiti dall’emergenza coronavirus e dal lockdown. Fino al settembre 2021 accetterà, come garanzia a fronte della liquidità fornita alle banche, titoli che a seguito di un downgrade non avessero più il rating d’investimento, fino ad oggi prerequisito essenziale. La decisione è arrivata mercoledì sera dopo la riunione via videoconferenza dei governatori. E guarda con particolare attenzione alla situazione dell’Italia, i cui titoli di Stato hanno un rating due gradini sopra il ‘junk‘ per S&P – che giusto venerdì rivedrà il suo giudizio – e un gradino sopra per Moody’s che si esprimerà l’8 maggio.

La “esenzione” dalle regole di idoneità delle attività fornite come garanzia si applica “alle attività quotate e agli emittenti di questi attività che soddisfacevano i requisiti minimi di qualità creditizia al 7 aprile 2020″, vale a dire un rating minimo pari a BBB- (al di sotto del quale si parla di junk, rating speculativo) con l’eccezione dei titoli Abs. Tutto ciò purché il loro rating resti almeno al livello BB. Queste misure, sottolinea l’Eurotower, “mirano a garantire che le banche dispongano di risorse sufficienti da poter mobilitare come garanzie per partecipare alle operazioni di finanziamento e continuare a fornire prestiti all’economia dell’area dell’euro”

La mossa del consiglio direttivo guidato da Christine Lagarde è probabilmente il preludio di un ennesimo rilancio sugli acquisti di debito per fronteggiare la crisi innescata dal Covid-19. I 1.100 miliardi messi sul tavolo dalla Lagarde, di cui il programma di acquisti ‘Pepp’ costituisce il piatto forte, potrebbero uscire raddoppiati dal consiglio del 30 aprile.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Coronavirus, il punto sugli aiuti ai cittadini: 600 euro per 3,5 milioni di autonomi, cassa arrivata solo se l’ha anticipata l’azienda. Flop della sospensione dei mutui e 300mila richieste di prestito

next
Articolo Successivo

Coronavirus, “1 milione i nuovi poveri che hanno bisogno di aiuto per mangiare. Il 20% vive in Campania, il 9% in Lombardia”

next