Quando la figlia Maurizia è tornata all'ospedale da campo della organizzazione Samaritan’s Purse, allestito nel parcheggio del nosocomio di Cremona, per riprendere i panni sporchi, ha trovato il messaggio commovente lasciato dagli operatori che lo hanno assistito e curato. A fianco, una foto di suo padre mentre scherza con lo staff
“Caro Claudio, è stato bellissimo averti nel nostro ospedale. Hai portato tanta positività e speranza al nostro staff e ai pazienti”. Inizia così la lettera firmata dai medici americani dell’ospedale da campo della organizzazione Samaritan’s Purse, allestito nel parcheggio del nosocomio di Cremona. Una ventina di righe, scritte dal vicino di letto di Claudio Antoniotti, 91 anni, ricoverato per 12 giorni dopo essere stato contagiato dal Covid-19, e dettate dai sanitari della ong statunitense che due mesi fa sono partiti dall’altra parte dell’oceano per aiutare la popolazione cremonese flagellata dal virus.
Pensieri sinceri, tutti per Claudio. E in calce alla missiva, dopo il grazie per essere stato “il padre e il nonno della tenda 4”, il nome di Karen, di Stephen, Alyssa e di tutti gli altri. E in mezzo ai nomi e a qualche cuoricino la frase più bella: “We love you, Claudio”.
Affetto, amore. C’è di tutto in queste poche righe ritrovate dalla figlia del 91enne, Maurizia, in mezzo ai vestiti sporchi del papà. Infilate lì, affinché qualcuno le vedesse, le leggesse e le restituisse a quel signore, che alla fine ce l’ha fatta a sconfiggere il coronavirus, in tutto il loro significato. Una lettera rinvenuta assieme a una fotografia di Claudio nel letto, con a fianco due membri del personale, stampata a colori su un foglio A4.
“Occupi un posto speciale nel mio cuore. Ti ricorderò nelle mie preghiere” è il pensiero che a Claudio dedica chi, occupando il letto vicino al suo, ha condiviso con lui il percorso della malattia. Oggi Claudio è in una struttura alle porte di Cremona per un periodo di convalescenza. E ha pianto: la figlia gli aveva appena letto queste righe scritte a mano.