L'iniziativa virtuale sarà trasmessa a partire dalle 14,30 di sabato. La presidente Anpi spiega: "La lotta per la libertà ha lasciato al nostro Paese la Costituzione e per essa dobbiamo continuare a batterci contro l'individualismo e per il senso di comunità e solidarietà". Decine di testimonianze e adesioni di molti volti noti, da Pizzul a Jovanotti, passando per Carlo Conti e Frankie Hi-Nrg
Le piazze non saranno piene di canti e bandiere, ma l’Italia potrà festeggiare il 25 aprile, anniversario della liberazione del Paese, anche attraverso la manifestazione virtuale #iorestolibera #iorestolibero, trasmessa in streaming a partire dalle 14,30 su facebook e su diversi giornali online, compreso ilfattoquotidiano.it. “Proprio nel 75esimo anniversario del 25 aprile, una terribile pandemia ci costringe per la prima volta a non poter essere tutti in piazza, a guardarci negli occhi, a toccarci, a intonare i canti partigiani che ci fanno tornare alla mente la grande festa popolare di quei giorni dell’aprile ‘45″, ha sottolinea Carla Federica Nespolo, presidente nazionale dell’Anpi che interverrà alla manifestazione (qui il programma).
Insieme a Nespolo interverranno durante la manifestazione anche Maria Lisa Cinciari Rodano, staffetta partigiana di 99 anni, e la ventenne Sara Diena, attivista per il clima e la giustizia sociale. Il ritrovo virtuale sarà presentato da Lella Costa. Tosca canterà l’Inno di Mameli e lo streaming si concluderà alle 15 con Bella Ciao: l’Anpi invita tutti gli italiani a uscire sui balconi e intonare all’unisono il canto simbolo della lotta partigiana. Insieme, seppur distanti.
“Per rispettare la memoria dei nostri caduti, sabato le autorità depositeranno un piccolo fiore presso i monumenti partigiani, ma la gran parte degli italiani farà sentire il proprio cuore antifascista online, dalle proprie case con bandiere, canti partigiani a cominciare da Bella Ciao, mettendo in rete foto, pensieri, musica e letture – ha aggiunto Nespolo – La lotta del popolo per la libertà non aveva in sé solo l’esigenza di scacciare l’orrore e la prevaricazione, ma anche di costruire e progettare un mondo nuovo. Quel mondo è stato attraversato da mille contraddizioni, ma ha lasciato al nostro Paese la Costituzione e per essa dobbiamo continuare a batterci, soprattutto per tutte quelle parti che non sono state attuate, come la pace e i diritti per tutti”.
All’iniziativa è collegata la raccolta fondi, lanciata lo scorso 7 aprile, a favore della Caritas Italiana e della Croce Rossa Italiana. Oltre 200mila euro e 4mila persone hanno donato fino a oggi attraverso la piattaforma di crowdfunding GoFundMe.
All’appello, inizialmente firmato da 1400 protagonisti della cultura, della società civile, dello spettacolo, dello sport, hanno aderito più di 12mila persone. Tra le testimonianze raccolte attraverso la pagina Facebook e il profilo Instagram, Bruno Pizzul: “Se in questi momenti siamo particolarmente colpiti dalla lotta contro un malefico virus, non dobbiamo dimenticare altri nemici quali il riscaldamento globale e le inaccettabili diseguaglianze sociali”. I racconti partigiani di Aldo Cazzullo: “Il 25 aprile è la festa di tutti. Dignità, libertà e democrazia non sono valori di parte, tutti dovrebbero riconoscersi”. L’appello di Jovanotti sulle note di Stornelli d’esilio: “Il 25 aprile è la festa della libertà, una parola che oggi ha bisogno di essere esplorata, vivificata, vissuta e difesa nella sua forza e bellezza”. Il ricordo di Carlo Conti: “Quest’anno più che mai vorremmo essere liberati da questo virus, ma non ci dobbiamo dimenticare di coloro che si sono sacrificati per la nostra libertà”.
E l’orgoglio di Jimmy Ghione: “Io arrivo da una famiglia di partigiani, mio padre era partigiano, mio zio in nome della libertà è morto ucciso dai nazifasciti”. Nina Zilli che sottolinea che la libertà al giorno d’oggi è una questione di testa, e di cuore: “Anche tra quattro mura #iorestolibera, e noi tutti dobbiamo restare liberi, perché la Libertà è alla base della rivoluzione e dell’evoluzione dell’esistenza. È necessaria all’essere umano”. E poi ancora le note del Bella Ciao di Paolo Fresu, il freestyle di Frankie hi-nrg, l’invito a non lasciare indietro nessuno di Vasco che ricorda il suo Liberi liberi, la melodia con cui ci ha accompagnato Giuliano Sangiorgi, le parole di Orietta Berti, Willie Peyote, Stefano Accorsi, Enzo Iacchetti e tantissimi altri.
“C’è ancora bisogno di cambiare molte strade, abbandonare la strada dell’individualismo egoistico, del ‘privato è bello’, e imboccare quella del senso di comunità e della solidarietà – ha aggiunto il presidente dell’Anpi – Cardine della lotta contro il coronavirus la sanità pubblica, dobbiamo difenderla e promuoverla. I partigiani ce ne saranno grati”.
Come staffetta partigiana, Maria Lisa sottolinea la duplice importanza di questa iniziativa. “Da un lato purtroppo alle giovani generazioni non è stato trasmesso il senso di questa giornata e quello che è stata la Resistenza, dall’altro in qualche modo anche oggi ci troviamo nel pieno di una battaglia“. Il 25 aprile del 1945 le forze partigiane stavano entrando a Milano, c’era stata l’insurrezione a Bologna e Genova mentre Roma era già stata liberata due giorni prima. “Non avevo ancora la percezione di cosa sarebbe accaduto, ma vedendo quelle donne e quegli uomini che entravano a Milano ho subito pensato: è la liberazione! – ha aggiunto la partigiana – Quest’anno avremo molta voglia di essere liberati e di portare a termine questa guerra al virus che ci costringe in casa e ci impedisce di manifestare”.
Sara Diena è la più giovane tra le relatrici: “Appartengo a una famiglia partigiana di origini ebraiche e sono cresciuta con l’idea che lottare vuol dire affermare i diritti di tutti e non solo del singolo individuo. Questi per me sono i valori che definiscono le donne e gli uomini, l’intera collettività”. Attivista per il clima, non è nuova alla resistenza. “Oggi ancora più necessaria, perché il nostro futuro al momento è segnato negativamente e credo che l’unico modo per assicurare una vita degna di essere definita tale sia resistere alla società di oggi, basata sullo sfruttamento e sulle disuguaglianze, che rischia di rendere vani gli sforzi di chi ha sacrificato la propria vita dedicandola alla libertà, che adesso viene a mancare”. E ha aggiunto: “Il fatto che qualcuno ha lottato per la nostra libertà non significa che noi non dobbiamo lottare per la libertà di altre persone che ne sono prive”.