Secondo quanto riferito dall'agenzia Ansa, Giuseppe Basini è stato bloccato dal presidio medico all'ingresso di Montecitorio perché aveva tre linee in più del consentito. Ma nonostante le rimostranze dei commessi, ha deciso comunque di entrare per assistere alla discussione sul decreto Cura Italia. Lui si difende: "Sono stato al sole e ho fatto giardinaggio. La mascherina? Non serve"
Un deputato del gruppo Lega, Giuseppe Basini, secondo quanto riferito dall’agenzia Ansa, la mattina del 24 aprile è entrato alla Camera con una temperatura corporea sopra il limite consentito dalle misure anti-Covid 19.
Il deputato, al momento del controllo medico all’ingresso di Montecitorio, presentava una temperatura corporea di 37.7 gradi, tre decimi in più al limite consentito. Ma, quando l’infermiere di turno ha chiesto al parlamentare di effettuare una nuova misurazione, il deputato è voluto entrare. E, nonostante le rimostranze dei commessi, alla fine è entrato in Aula.
Il parlamentare, che è arrivato alla Camera nelle battute finali del dibattito sul decreto Cura Italia, è stato tra l’altro richiamato più volte dalla presidente di turno dell’Assemblea, Maria Edera Spadoni, perché non indossava la mascherina. Dispositivo che, in un secondo momento, il deputato ha indossato.
Il deputato di Italia Viva Michele Anzaldi chiede al capogruppo della Lega e al presidente della Camera di “chiarire subito la vicenda” perché, se confermato, sarebbe un “caso gravissimo”. In serata è stato lo stesso Basini a intervenire, parlando con l’Adnkronos: ma quale febbre, assicura, “sono stato al sole e ho fatto giardinaggio”. Quanto alla mascherina, Basini l’ha indossata quando gli è stato chiesto, anche se non nasconde la sua contrarietà: “Non serve a nulla”.
Molti parlamentari presenti oggi in Aula non hanno però mandato giù la vicenda. “È incredibile – si sfoga un eletto – io mi sono guardato bene dall’avvicinarmi a lui… Se uno fa il deputato della Repubblica deve avere un minimo di testa per salvaguardare la salute degli altri ancor prima della sua. Così si mettono a rischio i colleghi, ma anche le loro famiglie”.