In Italia la solidarietà è più contagiosa del virus. Lo dimostrano i numeri diffusi oggi da Italia non profit che rende pubblici per la prima volta i dati relativi a tutte le pagine web attivate per raccogliere fondi per l’emergenza Covid-19. In pochissimo tempo, molti cittadini insieme a media, influencer, aziende e istituzioni si sono mobilitati dando prova della loro generosità: raccolti aiuti per oltre 650 milioni di euro. “Il risultato di quello che potremmo definire il più grande avvenimento solidale della storia recente italiana”, commenta il rapporto. Nel mese appena trascorso (13 marzo-15 aprile 2020) più di 113mila persone hanno visitato la pagina “Come sostenere gli Ospedali“, anche fuori dai nostri confini. Di queste, 22mila hanno proseguito con la donazione a un singolo ospedale.
“In questo periodo di separazione forzata, la donazione è uno dei pochi atti che fa sentire i cittadini partecipi in uno sforzo comune, offrendogli la possibilità di sentirsi parte di una comunità che combatte per una causa che interessa davvero tutti – spiega Giulia Frangione, amministratore unico di Italia non profit in un comunicato – I dati del nostro Osservatorio ci mostrano che le persone desiderano orientarsi, e che una volta individuata una lista, vogliono essere libere di decidere e di scegliere. Oggi non è rilevante soffermarci solo sull’ammontare del valore delle donazioni, peraltro ancora in corso, quanto sui segnali importanti sul modo in cui le persone si informano, su come agisce la filantropia e sui bisogni del sistema sanitario e sociale”, conclude Frangione.
La corsa dei cittadini – All’inizio di marzo, con l’impennata dei dati del contagio, l’emergenza sanitaria è apparsa chiara a tutti nella sua gravità. Mentre le istituzioni cercavano di definire una strategia e di trovare le risorse, ad attivarsi concretamente è stata principalmente la cittadinanza. Campagne di raccolta fondi spontanee, dal basso, poi coordinate e verificate tra loro e ‘spinte’ da piattaforme di fundraiser, influencer, enti non profit e tantissimi privati cittadini: sono stati loro i promotori che, in pochissime ore, hanno attivato una rete che col passare dei giorni è stata verificata e coordinata. Se alla data del 13 marzo c’erano 11 ospedali e 7 campagne crowdfunding, oggi ci sono 90 ospedali e 53 campagne di crowdfunding validate. Ogni giorno arrivano 40 segnalazioni di campagne di raccolta fondi a favore di un ospedale.
Aiuti da tutto il mondo – Oltre 113mila visite da tutto il mondo per sostenere gli ospedali italiani, di questi oltre 22mila hanno proseguito la navigazione sulle singole raccolte fondi. Una forte spinta è arrivata dal mondo dello spettacolo: Fedez ha parlato dell’iniziativa a Domenica In, due dei protagonisti della serie Grey’s Anatomy hanno messo il link della pagina sui loro profili Instagram. Le risposte, a quel punto, sono arrivate da tutti i continenti, in testa Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Svizzera e Francia.
Coinvolti soprattutto i giovani – Un dato che colpisce, sottolinea il rapporto per la sua peculiarità è la giovane età di chi dona tramite raccolte fondi su Internet: la fascia fra i 18-34 anni – di solito la meno coinvolta in questo genere di iniziative – rappresenta quasi il 54% del totale visitatori della pagina, che cercano informazioni per poi attivarsi. “L’emergenza coronavirus è riuscita a stimolare fasce di popolazione solitamente più distanti di altre dai comportamenti donativi”. Questo, secondo Italia Non Profit, è uno dei segnali che fa “ben sperare” per il futuro. Le donne sono più propense a cliccare: 61,3% contro 38,7%.
Ospedali & co: destinatari e modalità degli aiuti – Più della metà delle raccolte fondi sono destinate a strutture ospedaliere (470 su 801) seguite dalle donazioni a Enti e servizi. Il terzo beneficiario della solidarietà degli italiani è la comunità, nelle sue forme più fragili: famiglie e cittadini, in forme dirette. La modalità preferita sono le donazioni in denaro (il 48%), ma aumentano le donazioni di beni e servizi (38%), preferite perché percepite come concrete e vicine alla soluzione del problema che ‘supera’ il problema della fiducia e della trasparenza delle raccolte fondi.