I sigilli sono stati disposti dal giudice per le indagini preliminari Gabriella Logozzo su richiesta della Procura Distrettuale antimafia di Catanzaro. Al primo cittadino contestata la falsità ideologica
Falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici: avviso di garanzia per Mario Occhiuto. Il sindaco di Cosenza lo ha ricevuto stamattina assieme al sequestro preventivo di piazza Bilotti che rappresentava un pericolo per la pubblica incolumità. I sigilli sono stati disposti dal giudice per le indagini preliminari Gabriella Logozzo su richiesta della Procura Distrettuale antimafia di Catanzaro.
L’inchiesta, condotta dalla Guardia di finanza, è coordinata dal procuratore Nicola Gratteri, dall’aggiunto Vincenzo Capomolla e dal sostituto Vincenza Calcagno. Si tratta di una sorta di seguito dell’operazione “Lande desolate” nella quale era stato coinvolto l’ex presidente della Regione Mario Oliverio. Uno stralcio di quell’indagine aveva riguardato i lavori di riqualificazione di piazza Fera, ribattezzata poi piazza Bilotti. Per quei lavori sarebbero stati spesi 15 milioni e 755 mila euro di cui quasi 12 milioni di finanziamenti pubblici e la rimante parte a carico dell’imprenditore privato.
Pubblici amministratori, imprenditori, professionisti e pubblici dirigenti. Complessivamente sono tredici le persone iscritte nel registro degli indagati per una serie di falsi ma anche per rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e mancanza del certificato di collaudo. A uno degli indagati, l’imprenditore Giorgio Ottavio Barbieri, la Dda contesta l’aggravante di avere commesso il fatto per agevolare le attività della cosca “Muto” di Cetraro.
Gli altri indagati sono: il direttore dei lavori Francesco Tucci, sua figlia e collaboratrice Paola Tucci, l’ingegnere della ditta “Barbieri Costruzioni” Gianluca Guarnaccia, il dirigente comunale Carlo Pecoraro, il collaudatore Antonino Alvaro, il rup Francesco Converso, il progettista Francesco Stellato, l’ingegnere Raffaella Angotti, il titolare dell’impresa NGT-Test Carlo Vernetti, il consulente del lavoro Pasquale Torchia e l’ispettore del lavoro di Cosenza Raffaele Antonio Ferraro.
Secondo gli inquirenti, il sequestro dell’intera piazza Bilotti si è reso necessario al fine di scongiurare che, dal perdurante utilizzo della stessa, per manifestazioni pubbliche, potesse derivarne pericolo per i cittadini. Grazie alle numerose intercettazioni registrate dalle Fiamme gialle e al riscontro documentale sui lavori eseguiti, la Dda di Catanzaro ha scoperto diversi falsi finalizzati ai finanziamenti per lavori complementari e per il rilascio del certificato di collaudo.
L’ispettore del lavoro Ferraro avrebbe commesso il reato di rivelazione di segreto. In sostanza aveva informato il consulente del lavoro dell’impresa Barbieri di un imminente controllo sul cantiere di Piazza Bilotti. Per quei lavori gli inquirenti hanno riscontrato anche la frammentazione di incarichi sotto soglia, in modo da aggirare gli obblighi imposti dalla legge in materia di appalti.
La cerimonia di inaugurazione della nuova piazza e del parcheggio realizzato nel sotterraneo è avvenuta il 17 dicembre 2016 con la presenza di migliaia di persone. La cerimonia, però, è stata svolta in mancanza del certificato di collaudo, condizione imprescindibile per consentire ai cittadini la fruizione della piazza in sicurezza. Il collaudo, in realtà, è stato eseguito il 30 dicembre. Ma solo formalmente perché il certificato è ritenuto ideologicamente falso e attesta la corretta esecuzione delle opere a fronte di fessure e crateri riscontrate sulle travi portanti della piazza. Il rischio era, ed è, che tutto crolli in qualsiasi momento.
L’esigenza, per il Comune di Cosenza, non sarebbe stata tanto la sicurezza della piazza quando la volontà di non spostare in altro luogo il concerto di fine anno 2016.
L’evento c’è stato e da tre anni e mezzo Piazza Bilotti è accessibile al pubblico senza che quelle criticità siamo state mai risolte. “L’utilizzo di Piazza Bilotti, – scrive infatti il gip nel provvedimento di sequestro – soprattutto da parte di un numero considerevole di utenti, come avviene in occasioni delle manifestazioni di varia natura, tenuto conto dei difetti riscontrati sulle saldature e delle irregolarità commesse al fine del rilascio del certificato di collaudo, potrebbe determinare un cedimento strutturale o un crollo della stessa dì cui, allo stato, non risulta possibile prevederne l’estensione, con la conseguenza che deve essere sottoposta a sequestro l’intera area”.