Succede a Tuglie, comune di 5mila abitanti nel cuore del Salento: il primo cittadino Massimo Stamerra, di Centrodestra, ha respinto la richiesta di un'associazione locale a trasmettere per le vie del paese il brano simbolo della Resistenza attraverso gli altoparlanti montati su un'auto. Al Fattoquotidiano.it replica: "Da parte mia non c'è stato alcun intento discriminatorio"
“Non può assumere il valore di una manifestazione condivisa perché si colloca al di fuori delle tradizioni del nostro paese“. Con questa motivazione il sindaco di Tuglie, comune di 5mila abitanti nel cuore del Salento, ha negato l’autorizzazione a diffondere da un’auto con gli altoparlanti per le strade del paese “Bella Ciao”, il brano simbolo della Resistenza, all’associazione Tuglie Bene Comune che voleva così celebrare il 25 aprile, coinvolgendo la cittadinanza per cantare tutti insieme dai balconi.
Nel respingere la richiesta, il primo cittadino Massimo Stamerra, di Centrodestra, ha spiegato in una pec inviata all’associazione che “il Comune, se mai volesse organizzare per domani (oggi, ndr) le celebrazioni per il 75^ anniversario della Festa della Liberazione, lo potrebbe fare con la sola partecipazione eventuale delle locali Associazioni partigiane e combattentistiche e nei limiti eccezionalmente consentiti dalla circolare del Ministero dell’Interno del 22 aprile 2020″, rassicurando che “da parte mia non ci sia nessuna intenzionalità discriminatoria“.
Una risposta che ha scatenato polemiche, non solo per le parole del sindaco riguardo a quella che è una ricorrenza nazionale ma anche perché nelle scorse settimane – quindi sempre durante l’emergenza coronavirus – il Comune aveva autorizzato invece lo svolgimento di manifestazioni simili, organizzate da altre associazioni locali, che prevedevano sempre la diffusione di brani da un’auto con gli altoparlanti per le vie del paese.
“Non abbiamo nulla in contrario con le manifestazioni portate avanti dalle Associazioni sopra citate, ma in questo momento sinceramente non riusciamo a comprendere questa disparità di trattamento – scrivono in una nota il presidente dell’associazione Tuglie Bene Comune Lorenzo Longo e i consiglieri comunali Alessandra Moscatello, Valentina Serini e Gianpiero Pisanello – La nostra iniziativa voleva essere una semplice occasione per ricordare con entusiasmo a tutti i tugliesi quello che rappresenta per gli italiani questa data. Una ricorrenza che non dovrebbe avere colore politico perché della libertà conquistata ne godono tutti quanti. ‘Bella Ciao‘ ormai è il simbolo della libertà in tutto il mondo ed è cantata ovunque ci sia un diritto da difendere, un’oppressione da combattere, un sopruso contro cui lottare e resistere”, concludono.
Contattato da Ilfattoquotidiano.it, il sindaco Stamerra conferma che “da parte mia non c’è stato alcun intento discriminatorio. Ho negato l’autorizzazione di fare il giro con l’auto perché questo tipo di iniziativa non è consentita in questo momento dalle ordinanze anti-coronavirus. Ho suggerito invece di mettere la canzone alla radio nelle proprie case o cantarla dai balconi, festeggiando la ricorrenza cosi come viene fatto in tutte le città d’Italia. Io sono lo stesso sindaco che non solo ha sempre condiviso ‘La settimana dei Diritti’, manifestazione che ogni a Tuglie si svolge dal 25 aprile al 1 maggio di ogni anno, ma concedendo anche il patrocinio. A distanza di 75 anni dalla fine della guerra, purtroppo c’è ancora qualcuno che resta testardamente ancorato ai classici schemi – conclude il primo cittadino – e non riesce a liberarsi da questi antichi retaggi. L’antifascismo è finito quando è morto l’antagonista da cui ha preso il nome: il fascismo è morto e sepolto!”.