L’intervento del ministro della Giustizia, affidato un post a Facebook, arriva nel day after della scarcerazione del boss dei Casalesi Pasquale Zagaria: "Tra le proposte merita maggiore approfondimento quella che mira a coinvolgere la Dna e le Direzioni Distrettuali Antimafia nelle decisioni relative ad istanze di scarcerazione". E sulle polemiche: "La lotta alle mafie è una cosa seria. Gravissimo buttarla nella caciara quotidiana"
Prima Bonura, poi Zagaria. E ora il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, annuncia che “d’accordo con il presidente della Commissione Antimafia, Nicola Morra”, è pronto a “intervenire“, con proposte che verranno inserite nel prossimo decreto legge” sulle scarcerazioni per motivi di salute, durante l’emergenza coronavirus, di boss mafiosi.
Tra le novità a cui si sta lavorando, il Guardasigilli ritiene che meriti “maggior approfondimento quella di coinvolgere la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo nelle decisioni relative ad istanze di scarcerazione di condannati per reati di mafia”. L’intervento di Bonafede, affidato un post a Facebook, arriva nel day after della scarcerazione del boss dei Casalesi Pasquale Zagaria, detto ‘Bin Laden’, e al termine di una settimana di polemiche e le decisioni contrastanti sulla questione dei domiciliari ai detenuti, compresi quelli al 41 bis, il carcere duro.
“La lotta alle mafie – ha detto con chiarezza Bonafede – è una cosa seria. Parlarne in maniera superficiale, gettare un tema così importante nella caciara quotidiana, mentire ai cittadini dicendo che c’è una legge (o addirittura una circolare) di questo governo che impone ai giudici di scarcerare i mafiosi, è gravissimo”.
“Le decisioni sulle scarcerazioni per motivi di salute – ha ricordato il ministro – vengono adottate in piena autonomia e indipendenza dalla magistratura. Lo sanno tutti… o forse no, a giudicare da qualche video in rete. Ad ogni modo, ho avviato tutti gli accertamenti interni ed esterni, anche presso l’ispettorato, sulle varie scarcerazioni. Ma questo non basta”.
E quindi annuncia che, d’accordo col presidente della Commissione Antimafia, Nicola Morra, “siamo pronti a intervenire a livello normativo” e che “alcune delle proposte verranno inserite nel prossimo decreto legge” sull’emergenza coronavirus. “Tra queste proposte, merita maggiore approfondimento quella che mira a coinvolgere la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e le Direzioni Distrettuali Antimafia e Antiterrorismo – spiega il ministro della Giustizia – in tutte le decisioni relative ad istanze di scarcerazione di condannati per reati di mafia (ieri sera abbiamo emanato una circolare che va in questa direzione). Come al solito, nessuna chiacchiera: soltanto leggi scritte nero su bianco”.
Sul tema scarcerazioni è intervenuto anche il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, alla luce dei casi Bonura, Iannazzo, Sansone e, per ultimo, Zagaria: “Esistono ragioni di sicurezza, di ordine pubblico e di buon senso per dire no al rientro di alcuni detenuti pericolosi nei luoghi dove vivevano e dove hanno commesso gravi reati. Ecco perché certe decisioni lasciano sbigottiti”.
Per il governatore della Regione Sicilia, “l’incredulità che provano alcuni magistrati, da sempre in prima linea, è la stessa che sta provando la gente comune”. Nel caso in cui fosse “necessario assegnare agli arresti domiciliari personaggi mafiosi di spessore – conclude Musumeci – allo scopo di decongestionare le carceri in questo periodo di epidemia, si prendano assolutamente in considerazione soluzioni diverse”.