È il 1869, una nave salpa da Genova e punta al mare aperto. Due giovani italiani guardano la costa allontanarsi: sono sposi da poco, si chiamano Virginia e Luigi Giannini. Abbandonano la Liguria, il loro paese natio, Favale di Màlvaro, i parenti, gli amici: la loro mèta è il nuovo mondo, gli Stati Uniti d’America; la loro speranza, un futuro migliore. Lo cercheranno in California, a San José.
Virginia è incinta, lo confida a Luigi durante il viaggio: il 6 maggio 1870 nasce il loro primo figlio, Amadeo Peter, detto Appi. Proprio di lui tratta un gran bel libro, Il banchiere galantuomo, pubblicato or ora da Francesco Brioschi Editore in edizione ampliata. Lo ha scritto Giorgio Alarico Chiarva, industriale del legno, laureato in architettura, collaboratore di testate giornalistiche. Sulla base di una ricca documentazione, affidandosi qua e là all’estro della fantasia, traccia la biografia di Amadeo Peter Giannini, il personaggio straordinario che ha fondato, tra l’altro, la Bank of Italy.
Virginia e Luigi, negli Usa, rilevano la gestione dell’Hotel Suisse e avviano un’attività imprenditoriale. Con i guadagni comprano un appezzamento di terra e in pochi anni lo trasformano in un’azienda agricola con numerosi dipendenti. Ma la tragedia deflagra: un bracciante, per una questione di paga, uccide Luigi sotto gli occhi di Appi. Tutto sembra cancellato, chiuso per sempre.Virginia però si risposa con Lorenzo Scatena, uno dei vecchi dipendenti di Luigi. L’azienda fiorisce. Appi, intelligente e socievole, crescendo se ne interessa anch’egli, ne comprende i meccanismi, studia le innovazioni.
Consiglia la madre e il patrigno. Intuisce, ad esempio, che la frutta va raccolta acerba, per poi maturare durante il trasporto e la consegna: il che cambia le prospettive di guadagno. Sposa Clorinda Cuneo, figlia anche lei di emigrati. Il padre, Joseph, aveva fatto fortuna e fondato una banca, la Columbus Saving & Loan Bank. Alla sua morte indica come successore Amadeo: che ha però l’ideale di una banca etica e popolare, non gradito agli altri azionisti; si dimette dopo poco tempo.
Ma non è tipo da scoraggiarsi. Ha ben capito che, se la vita ti pone un ostacolo, devi rilanciare, non soccombere. E così nel 1904 fonda la Bank of Italy, la prima banca popolare ad azionariato diffuso (assieme ad altre filiali nel 1928 prenderà il nome di Bank of America of California). Amedeo concede finanziamenti anche a chi, desideroso di lavorare, non poteva però dare garanzie: in primis, gli immigrati italiani. Non è assistenza, non è questo il compito della Bank of Italy: essa concede gli strumenti a chi investe volontà, sforzo, fatica. Essere figlio di immigrati ha insegnato molto ad Amadeo.
Nel 1906, terribile e devastante, il terremoto distrugge San Francisco e la baia. Tutto è a pezzi, sotto cumuli di macerie la città californiana è irriconoscibile. Sembra la fine del mondo. In questi momenti si vede il cavallo di razza, l’imprenditore vero. Giannini raccoglie dalla cassaforte della banca fondi e lingotti e li mette sul molo del porto: di nuovo presta soldi a chi gli dimostra di voler andare avanti, lavorare. La Bank of Italy sarà fondamentale nella ricostruzione di San Francisco.
Amadeo continua ad essere a fianco degli immigrati, che vogliono migliorare il proprio destino e quello dei figli. Non soltanto. Sarà a fianco anche delle donne, delle suffragette americane nella loro battaglia per il diritto di voto. Mecenate e filantropo, finanzia ricerche mediche e scientifiche, ma anche artisti e registi: Il monello di Chaplin, Biancaneve e i sette nani, prodotto da Walt Disney, beneficiano del suo sostegno. Non si ferma mai.
Sostiene la costruzione del Golden Gate, concorre a finanziare il New Deal di F.D. Roosevelt e poi il piano Marshall con circa 400 milioni di dollari: quasi tutta la somma sarà destinata all’Italia. La grande scommessa di Appi, italiano in fondo al cuore, sarà dunque la ricostruzione del Paese dei genitori, dei propri avi. Amadeo si spegne due anni dopo l’annuncio del piano Marshall, il 3 giugno 1949: Europa e Italia avevano già ripreso il cammino della crescita.
Il libro di Giorgio Alarico Chiarva, a tratti commovente, cattura il lettore. Non è solo la ricostruzione biografica di un personaggio importante, di origini italiane ma da noi poco conosciuto: è anche il resoconto dei frutti che possono dare l’impegno indefesso, la caparbietà, l’attenzione agli altri, la visione illuminata del futuro, l’apertura alle arti e alla scienza.
E dimostra il ruolo che una banca popolare, etica, può svolgere a pro di cittadini che, muovendo da una condizione di svantaggio, vogliano farcela. Il 6 maggio prossimo ricorre il 150esimo anniversario della nascita di Amadeo Peter Giannini. Una riflessione s’impone: e se in tempi di Covid19 ce ne fossero tanti come lui?