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Ultimo aggiornamento: 10:30 del 26 Aprile 2020

“Coronavirus? Non mi fa paura”. Amsterdam, le sex worker lavorano in casa dopo la chiusura dei distretti a luci rosse. Ong: “Difficile avere aiuti”

“Coronavirus? Non mi fa paura”. Amsterdam, le sex worker lavorano in casa dopo la chiusura dei distretti a luci rosse. Ong: “Difficile avere aiuti”
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A causa dell’emergenza sanitaria, i distretti a luci rosse olandesi hanno chiuso a fine marzo. La riapertura per il momento è fissata al 1 di giugno. L’ong Protection4kids, impegnata contro la tratta di persone, ha portato avanti un’indagine telefonica, per raccontare come il lavoro sessuale stia continuando da casa nonostante l’emergenza sanitaria.

“Sul campione di prostitute contattate, quelle che ci hanno risposto al telefono stavano lavorando da casa. Una sola ragazza si è detta preoccupata per il coronavirus, ma quando le abbiamo chiesto se pagando un extra sarebbe stato possibile essere ricevuti, ci ha detto di sì”, spiega l’ong . “Questo deve far capire perché continuano a lavorare esponendosi al contagio: non è assolutamente facile ricevere gli aiuti statali”.

Il Governo olandese ha lanciato delle misure a sostegno del lavoro autonomo, tra cui anche quello sessuale. “In questo momento le prostitute sono senza lavoro e senza altre fonti di reddito”, dichiara una collaboratrice del Centro di informazione per la Prostituzione di Amsterdam (PIC). “I fondi del governo sono molto difficili da ottenere a causa della documentazione ma anche dello stigma sociale, legato alla prostituzione”.

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