“Il primo passo per avviare l’Italia alla Fase 2” è “ripartire con decisione ma in sicurezza”. Il giorno dopo la conferenza stampa del premier Giuseppe Conte che ha annunciato il nuovo decreto sulle misure in vigore a partire dal 4 maggio, arriva anche il comunicato della Task force guidata da Vittorio Colao, che affianca il governo proprio nell’elaborare il modello della cosiddetta convivenza con il coronavirus. Una fase che, si legge, coinvolgerà “circa 4,5 milioni di lavoratori e lavoratrici” e che avrà bisogno di una serie di “attività necessarie”, tra le quali “uso di estensivi screening” e “rapida adozione della tecnologia per il tracing”, l’app per il tracciamento del contagio. Sarà necessaria, evidenzia la Task force, anche “un’uniformità su scala nazionale nella gestione di informazioni e dati sul rischio medico sanitario”.
Colao spiega che”il nostro Comitato Economico Sociale vuole ora ascoltare e sistematizzare bisogni e opportunità di individui, famiglie e imprese, per consigliare priorità e interventi che possano sostenere il rilancio e la competitività dell’Italia nel 2020-21″. “Nella fase successiva di lavoro – aggiunge – il Comitato svilupperà un sistema integrato di raccomandazioni alla Presidenza del Consiglio riguardo alle priorità di interventi economico-sociali del Paese per la Fase 2″. Per questo la Task force ripartirà “questa settimana” con approfondimenti “con il mondo produttivo, economico e sociale”.
La cosiddetta Fase 2 per la quale è stato chiesto al Comitato di elaborare e proporre al Presidente del Consiglio “una serie di misure necessarie per l’emergenza e per la ripresa graduale nei diversi settori delle attività sociali, economiche e produttive”, coinvolge per i soli “settori manifatturiero, delle costruzioni e dei servizi a supporto dell’impresa, circa 4,5 milioni di lavoratori e lavoratrici“, si legge nel comunicato.
“Il Comitato ha inoltre avanzato una serie di raccomandazioni specifiche riguardanti le diverse attività necessarie per applicare il ‘modello‘ elaborato”, che sono appunto “uso di estensivi screening, rapida adozione della tecnologia per il tracing (“APP nazionale”)”, ma anche “interventi a supporto di famiglie e individui, incentivi alla mobilità individuale sostenibile“.
Il Comitato guidato da Colao ha raccomandato al governo infine “un’attenzione particolare alla necessità di raggiungere rapidamente un’uniformità su scala nazionale nella gestione di informazioni e dati sul rischio medico sanitario e una tempestiva condivisione dei dati tra Regioni e ministero della Salute”. “Una continua e tempestiva valutazione dello stato dell’epidemia” viene infatti spiegato, serve “al fine di valutare la necessità di nuove chiusure totali o parziali al livello territoriale rilevante”.