“Fase due? Ho combattuto, o meglio ho discusso col ministro Speranza per avere qualche apertura in più, per esempio sull’autocertificazione, che pensavo potesse essere superata, ma non è stato così. E’ evidente che il timore degli scienziati è che tutto possa riprendere“. Sono le parole pronunciate ai microfoni de “L’Italia s’è desta”, su Radio Cusano Campus, dalla sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa, che ribadisce, al contempo, il profondo rapporto di amicizia col ministro Roberto Speranza.
E sottolinea la delicatezza della fase due: “C’è ancora un numero di morti significativo, c’è ancora un numero di contagiati significativo in Lombardia e Piemonte, c’è il timore dei governatori che il contagio possa passare da una regione all’altra, non siamo arrivati a un indice di contagio R0 uguale a 0 e soprattutto non siamo nella stessa situazione di Wuhan quando ha riaperto. Quindi, di tutto questo bisognava tener conto. Capisco che è molto difficile chiedere alla popolazione un ulteriore sacrificio, ma la salute deve venire al primo posto, perché questa pandemia ci ha insegnato che un uomo che si è ammalato in Cina ha bloccato il mondo intero – continua – e ha stravolto la nostra scaletta di priorità. Questa vicenda terribile ci insegna, cioè, che la tutela della salute deve essere prioritaria. Naturalmente la salute va coniugata al lavoro. Quindi, io capisco le ragioni di tutti. Ieri sera sono stata raggiunta da una quantità impressionante di messaggi di persone deluse e molto preoccupate, perché soprattutto parrucchieri, ristoratori, baristi vogliono aprire. Questo è il pezzo di lavoro che il governo sta mettendo insieme con grande sforzo: la quantità di denaro che stiamo impegnando è enorme e ovviamente ne servirà di più”.
Zampa aggiunge: “Occorre ascoltare, perché ci sono problemi e preoccupazioni vere a cui bisogna cercare di dare una soluzione. Non capisco le aspettative che sono state create a livello mediatico, perché il governo, il ministro, il commissario Arcuri, la Protezione civile hanno sempre ripetuto che un passo falso avrebbe rimesso in discussione i risultati finora ottenuti con il lockdown. Gli esiti più importanti sono stati raggiunti sicuramente nel Centro-Sud, dove abbiamo fermato l’epidemia, come conferma uno studio dell’Università di Torino, secondo cui, senza lockdown, ci sarebbero potuti essere 600mila contagi e 300mila ricoveri“.
E precisa: “Fino al 18 maggio comunque ci sono il ritorno all’attività motoria lontano da casa, la riapertura dei parchi, le attività per i bambini. la possibilità di andare a trovare i parenti. Non c’è discriminazione su base anagrafica e c’è il ritorno al lavoro di 3 milioni e mezzo di persone. Il 18 maggio riprenderanno altre attività e verranno sicuramente rivalutati alcuni passaggi anche misurando cosa avviene all’interno delle regioni. Quello che va dal 4 al 18 maggio è un esame per capire cosa accadrà. In queste 3 settimane, pertanto, dobbiamo davvero fare un passo alla volta“.
La sottosegretaria, infine, si pronuncia sull’app Immuni, della quale dà un’ottima valutazione: “Io ho un senso mostruosamente vivo e vivace della privacy e posso assicurare che questa app mi ha convinto, perché non viola la privacy e garantisce l’anonimato. L’app può diventare anche un’innovazione del sistema di servizi al cittadino. Se il ministero offrisse servizi come la fornitura di un servizio medico o la ricetta medica, si farebbe anche un passo in avanti da questo punto di vista”.