Con la conversione in legge definitiva del decreto legge “Cura Italia” arrivano i primi segnali di attenzione sulla grave questione abitativa che sta investendo centinaia di migliaia di famiglie messe in ginocchio economicamente dalle misure adottate per affrontare l’emergenza sanitaria causata dal Covid-19.

Già dal mese di marzo, come denunciato da Unione Inquilini, almeno 200.000 famiglie, ma anche studenti fuori sede e lavoratori in mobilità, sono andati in morosità incolpevole, sia parziale che totale, rispetto ai pagamento degli affitti.

Con la conversione in legge del “Cura Italia”, grazie all’attenzione prestata dai parlamentari all’appello lanciato da Unione Inquilini, Link Coordinamento universitario, Rete della conoscenza e dal collettivo Pensare Urbano, firmato tra gli altri da Don Ciotti, Forum Terzo settore, assessori, sindacati quali Cub e strutture nazionali della Cgil e da centinaia di associazioni e comitati, si sono apportare alcune modifiche.

Mi riferisco all’emendamento approvato del gruppo Leu con l’anticipo di circa 70 milioni dei fondi contributo affitto e morosità incolpevole, che saranno ripartiti entro dieci giorni alle Regioni e che queste dovranno riversare ai Comuni entro trenta giorni. Queste risorse si aggiungono ai 46 milioni del fondo morosità incolpevole dell’anno 2019 e, arrivati pochi giorni fa alla regioni e ancora non utilizzati, portano ad una prima tranche di circa 120 milioni di euro.

Mi riferisco all’emendamento del gruppo M5s che ha prorogato gli sfratti dal 30 giugno 2020 al 1 settembre 2020. Si tratta di due parzialissimi interventi, ma che segnalano come la questione affitti sia entrata nell’agenda politica come testimoniano due fatti:

– L’ordine del giorno della maggioranza al Senato, accolto pienamente dal Governo, nel quale si impegna il Governo a destinare ingenti risorse ai contributi affitti e a destinare ulteriori risorse per il sostegno agli affitti degli studenti fuori sede. Così come importante è il documento della Conferenza delle Regioni dell’8 aprile che chiede al Governo di destinare 550 milioni di euro ai contributi affitti e di sostenere la realizzazione di più case popolari.

– L’ordine del giorno della maggioranza e il documenti delle Regioni hanno dato corso esattamente a quanto richiesto dall’appello “L’emergenza è l’affitto”.

Ora la palla passa al Governo e al prossimo decreto economico da 55 miliardi di euro: mi aspetto di trovare riscontro sui contenuti dell’appello “L’emergenza è l’affitto”, l’ordine del giorno della maggioranza, il documento delle Regioni.

Si tratta di evitare centinaia di migliaia di sfratti per morosità che paralizzerebbero i tribunali, si tratta di tornare a parlare di politiche abitative e di affitti sostenibili. Dobbiamo abbandonare definitivamente le politiche liberiste di privatizzazione e di liberalizzazione dei canoni che hanno avuto pesantissime ripercussioni. In definitiva, che in Italia si ritorni a parlare di diritto alla casa, in quanto diritto non di concessione.

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