I “congiunti” ai quali si potrà fare visita, a partire dal 4 maggio e nell’ambito della stessa Regione, sono anche da intendersi “parenti, affini, coniugi, conviventi, fidanzati e affetti stabili”. A confermarlo, dopo le polemiche delle ultime ore, fonti della presidente del Consiglio interpellate dall’agenzia Ansa. Le Faq, che saranno pubblicate nei prossimi giorni sul sito di Palazzo Chigi, chiariranno ulteriori dubbi interpretativi sul provvedimento.

Una interpretazione che è stata confermata anche dalla ministra delle infrastrutture e trasporti Paola De Micheli a La vita in diretta. “I congiunti sono le persone con le quali si intrattengono rapporti affettivi stabili, compresi i fidanzati”, ha detto, puntualizzando comunque che “una dicitura così ampia richiede la responsabilità individuale“. Questo, comunque, aggiunge, esclude pranzi di famiglia: “ma singolarmente ci potremo rivedere”. “Dubito che ci sarà in un futuro abbastanza prossimo la possibilità di assembramento anche di natura famigliare”.

A protestare in mattinata era stata anche Arcigay, contestando il fatto che il riferimento ai congiunti si esaurisse nei legami di sangue ignorando i rapporti di una grossa fetta di popolazione. “Siamo di fronte”, aveva detto il segretario generale di Arcigay Gabriele Piazzoni, “a un inedito e inaccettabile intervento dello Stato nella definizione della gerarchia degli affetti”. Arcigay condivide, ha continuato Piazzoni, “la prudenza con cui ci sia avvia al superamento del lockdown della fase 1” ma alcune disposizioni “lasciano sconcertati”. Il rischio segnalato era quello di “tagliare fuori ciò che lo Stato non vede o non riconosce, come ad esempio i genitori sociali non ancora riconosciuti all’interno delle famiglie omogenitoriali o le relazioni elettive che in alcuni casi sostituiscono addirittura quelle determinate dai legami biologici”.

Ma non c’erano solo Arcigay a contestare la norma. Sul fronte opposto a protestare sono stati alcuni deputati leghisti che hanno depositato un’interrogazione: “Conte ci faccia capire la ratio secondo la quale è possibile, giustamente, far visita ai parenti all’interno della propria regione, ma non alla propria fidanzata o fidanzato, se abitano al di fuori del comune di residenza. Ci auguriamo sia stata l’ennesima svista del premier“.

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