Investito da un camion a Bali, isola dell’Indonesia dove si era trasferito da qualche mese. Finito in coma in un ospedale pubblico nel pieno dell’emergenza da coronavirus. È la storia di Marco Raffaeli, 31 anni, giovane di Marzocca, frazione di Senigallia (Ancona). L’incidente è avvenuto lunedì 20 aprile a Kuta, località dell’isola meta per molti turisti. Martedì 28 aprile il giovane marchigiano è stato sottoposto a un intervento molto complicato per ridurre le fratture alle gambe e alla mandibola. La famiglia vorrebbe riportarlo in Italia appena possibile, ma con la pandemia in corso è difficile e avrà costi molto alti: la sua assicurazione non può coprire le spese, perché la copertura è scaduta. Ma lui non poteva rinnovarla senza tornare in Australia.
“L’operazione sembra essere andata bene, è durata circa otto ore, ma devono concludere l’intervento alla gamba – spiega il fratello di Marco Raffaeli, Andrea -. È in coma farmacologico”. È stato lui, la mattina di martedì 21 aprile, a ricevere la notizia dell’incidente: “Lo abbiamo saputo tramite amici di amici. Nell’incidente ha perso il telefono. Alcuni amici da Bali hanno contattato altri suoi amici in Australia e da lì martedì mattina abbiamo ricevuto una chiamata tramite Messenger”. E così gli viene raccontato anche dell’incidente: “È avvenuto lunedì 20, tra le 16 e 17 del pomeriggio ore locali, le dieci circa in Italia. Un camion non ha rispettato uno stop e lo ha centrato. Marco è rimasto incastrato sotto. Il camionista e un amico di Marco lo hanno tirato fuori ed è stato trasportato in ospedale”.
Da lì è cominciata un’odissea per la famiglia Raffaeli. Dall’Italia nessun familiare può partire per via delle restrizioni dovute alle pandemia. Uno dei quattro fratelli Raffaeli, Federico, da anni residente in Australia, è riuscito a ottenere un visto e giovedì prenderà un volo da Perth a Bali per seguire il fratello che, nel frattempo, è vegliato in ospedale da alcuni amici europei che si danno il turno. Le comunicazioni con i medici indonesiani, però, sono complesse: “Giorno dopo giorno abbiamo scoperto sempre qualcosa di poco piacevole – prosegue il racconto -. È difficile comunicare con loro”. Si scopre che l’assicurazione sanitaria, che inizialmente sembrava potesse coprire le spese, non può farlo: sottoscritta in Australia, dove Marco abitava prima del trasferimento temporaneo a Bali, era valida in Indonesia per circa tre mesi. Lui era arrivato lì da novembre. Coperture di questo tipo, di norma si rinnovano solo rientrando nel Paese dove è stata stipulata la polizza. Dalle Marche, quindi, è cominciata la ricerca del denaro da versare all’ospedale per pagare il ricovero e gli interventi e poi per coprire le spese del rientro in Italia. “Ci vorrebbe un volo privato con équipe medica e macchinari – dice il fratello -. Ci hanno detto che prima dell’emergenza Covid-19 poteva costare sui 60mila euro, ma ora come ora il prezzo è raddoppiato”.
Il ministero degli Affari esteri si è già messo in contatto con la famiglia: “Sembra sia possibile organizzare il rientro con un aereo dello Stato, ma dovremmo comunque pagare il personale medico. Prima però Marco deve essere fuori pericolo e le sue condizioni stabili”. Tra tutto, la famiglia avrà bisogno di parecchie decine di migliaia di euro. Per questo è stata lanciata una campagna di raccolta fondi su GofundMe che ha raccolto oltre 60mila euro sui 100mila preventivati. Marzocca, il paese da cui Marco è partito nel 2012 per trasferirsi in Australia, si sta mobilitando. I suoi amici nel resto del mondo stanno rispondendo all’appello. Nel frattempo alcuni medici dell’ospedale Torrette di Ancona stanno aiutando la famiglia a interfacciarsi con i colleghi indonesiani e la Croce rossa sta fornendo un supporto alla famiglia. “Dimostreremo tutte le spese – afferma Andrea Raffaeli -. Se dovessero mai avanzare soldi, daremo tutto in beneficienza”.
Prima dell’incidente e della pandemia, il 31enne stava preparando il suo rientro in Italia. Voleva prendere in gestione uno stabilimento balneare a Marzocca. Poi, con la diffusione del coronavirus, la situazione si è complicata: “Gli avevamo chiesto di tornare, ma non se la sentiva di partire perché doveva lasciare la casa e non sapeva a chi darla”, conclude il fratello.