Il primo bambino è arrivato all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo nei giorni disperati e disperanti in cui i reparti di terapia intensiva erano al collasso. Era il 17 marzo. La diagnosi per il giovane paziente è stata malattia di Kawasaki, una infiammazione dei vasi saguigni che può coinvolgere le arterie del cuore fino a dilatarle. In genere i casi di questa patologia sono tre all’anno, ma da quel giorno al 14 aprile i pazienti ricoverati sono stati dieci, tra cui un 15enne. E negli ultimi giorni se ne sono aggiunti due che hanno bisogno di cure intensive e che non rientrano nello studio che è stato presentato per essere pubblicato a una importante rivista scientifica.
Quelli che possono sembrare piccoli numeri a fronte degli oltre 200mila contagiati in Italia e gli oltre 27mila morti però rappresentano una percentuale alta. “Trenta volte l’incidenza” spiega Lorenzo D’Antiga, direttore della Pediatria dell’ospedale bergamasco al Fattoquotidiano.it. I dieci pazienti hanno un’età media di 7-8 anni “un’età più avanzata rispetto alla classica malattia in cui i pazienti hanno un’età media tra i 2 e i 3 anni. È una caratteristica questa dell’età associata al coronavirus, sono bambini più grandi”.
C’è già una spiegazione?
È difficile dire perché c’è questa differenza. È una informazione importante anche perché abbiamo avuto anche il caso di un 15enne. Meccanismi ipotetici sul perché non li farei. Nessun può rispondere a questo in questo momento
Come stanno i pazienti?
Sono tutti guariti in circa 15 giorni. I pazienti hanno una forma più grave della malattia, ma la terapia standard per fortuna funziona, guariscono e poi tornano a casa.
Senza danni al cuore?
In due casi c’è stata una dilatazione delle coronarie che dovrà essere controllata nell’età adulta
Come mai in Cina, e in particolare a Wuhan, non sono stati segnalati casi di questa malattia?
Io mi sono fatto fatto la stessa domanda e la risposta è non lo so, ma sono convinto che i casi li abbiano anche loro. In Europa siamo stati i primi ad aver raccolto una casistica così grande perché siamo stati i primi ad avere l’epidemia in modo molto esteso. Ma posso dirle che in questo momento a Londra ci sono segnalazione di bambini con malattia di Kawasaki severa.
Dalla Gran Bretagna infatti è partito un alert ieri
Abbiamo deciso di non parlarne un mese fa perché non volevamo scatenare una preoccupazione generale o fare terrorismo. Serviva una conferma scientifica, ufficiale di quello che stavamo vedendo. Gli inglesi hanno cominciato a vedere dei casi adesso e li hanno subito segnalati. Ma tutti i paesi in cui il coronavirus si è diffuso stanno cominciando a vedere questi casi.
Il Gaslini di Genova ha avuto cinque casi
Non posso parlare, ma sì c’è Genova e Padova. Abbiamo un articolo in valutazione e volevamo che la comunità scientifica lo certificasse. Il numero dei casi è in rapporto alla diffusione dell’infezione e al timing. In Italia, a Bergamo la malattia si è manifestata di più
I bambini era positivi al coronavirus?
Solo un bambino su 10 aveva tampone positivo, mentre in 8 su 10 c’è stata la risposta immunologica.
Perché è un risultato importante?
La malattia si conosce da 50 anni e si è sempre ipotizzato che fosse provocata da un virus che attiva il sistema immunitario. È il sistema immunitario che causa i danni alle arterie di piccolo calibro causando la vasculite. Ma questo virus non si è mai trovato essendo la vasculite non un danno diretto del virus ma immunologico. Quando si presenta la malattia il virus non c’è già più e per questa ragione non si è mai trovato il virus responsabile. Era stato già ipotizzato in passato che uno dei virus della famiglia dei coronavirus potesse essere responsabile di questa malattia ma non era mai stato confermato