‘Professore, perché durante la pandemia hanno chiuso ogni attività ma non la Borsa? Lei è un vecchio docente, una idea dovrebbe averla’. La didattica a distanza accorcia la distanza emotiva tra chi impara e chi insegna, soprattutto lavorando assieme in un Laboratorio di progettazione. Alcuni studenti hanno perfino registrato con me la canzone votiva che è stata pubblicata in rete a Pasqua.
Evidente che la domanda, diretta e inusuale, non provenisse da una allieva italiana. Prima dell’esame, un italiano non avrebbe mai usato aggettivi così perentori come “vecchio”. Al massimo, avrebbe mormorato: “non più giovanissimo”. A esame superato, avrebbe forse bisbigliato: “diversamente giovane”.
Cosa rispondere alla giovane straniera, mai incontrata dal vivo? Ho tergiversato un po’. Le ho detto che ho lavorato su acqua e disastri naturali; paesaggi agricoli, foreste e città; dighe, bonifiche e risorse idriche; modelli climatici e astruse formule matematiche che sono la mia specialità; caos e frattali. Già, sono davvero vecchio se posso fare un elenco così vario: parlandone da vivo, a novembre sarebbero 70.
‘Non so che cosa rispondere. Invero non me lo sono mai chiesto’ ho ammesso alla fine. Probabile che la domanda fosse infantile. Possibile che ci fosse sotto una bonaria presa in giro: un idraulico che ne sa di capitali, opzioni, obbligazioni, derivati. In base a una ricerca su Wikipedia, ho così scoperto che la Borsa (Stock Exchange in inglese) ha molteplici obiettivi, dalla raccolta di capitali per le imprese alla partecipazione agli utili delle imprese stesse. Uno, però mi ha colpito: la Borsa è il barometro dell’economia.
Non il termometro, con cui misuriamo ossessivamente la temperatura per esorcizzare il virus, ma l’ordigno torricelliano che prevede il tempo che verrà. Ma, con la pandemia al galoppo, prevedere il corso dell’economia a breve non è un esercizio troppo arduo, da barometro speciale.
Il Presidente degli Stati Uniti ha il potere di bloccare i mercati in risposta a una crisi come la pandemia di Covid-19. In effetti, i mercati sono stati chiusi molte volte a causa di guerre, vittorie, morti di presidenti, celebrazioni di eventi storici significativi come l’atterraggio sulla Luna e disastri, sia naturali sia antropici. Per esempio, il New York Stock Exchange (Nyse) ha chiuso per quattro giorni in seguito agli attacchi terroristici dell’11 settembre e per due giorni durante l’uragano Sandy nel 2012. L’arresto più lungo avvenne durante la prima guerra mondiale, quando il Nyse chiuse per quattro mesi: da fine luglio 1914 a fine novembre.
Da quando, 228 anni fa, 24 agenti di cambio si riunirono sotto a un platano di Wall Street, il Nyse si è chiuso raramente: non lo fece durante la spagnola del 1918-1919 e neppure con il crollo del 1929 o durante la Grande Depressione e la Seconda Guerra Mondiale. Normalmente, il mercato rimane aperto il più possibile anche durante le crisi finanziarie; e la gestione di ogni scambio è responsabile per determinare se ci saranno negoziazioni quel giorno o meno. I governi, tuttavia, hanno ampi poteri nel regolare le contrattazioni durante le emergenze nazionali, inclusa la possibilità di ordinarne l’arresto.
Navigando in rete, non ho trovato molte ricerche sull’efficacia della chiusura dei mercati azionari durante le crisi. Anche quando i mercati stanno crollando, gli investitori forse preferiscono vederli aperti, in modo da poter continuare a negoziare. A inizio pandemia, pochi giornali hanno posto la questione, sbrigando la faccenda alla svelta: i mercati devono restare aperti perché devono restare aperti. Tra quelli che ho letto, il Boston Globe ha speso qualche parola di più, per giungere alla stessa conclusione.
A fronte di coloro che avrebbero preferito evitare il trambusto virale dei mercati, ci sono altri che nella confusione vedono una bella opportunità. James Stewart, protagonista di un film del primo dopoguerra diretto da Frank Capra, La vita è meravigliosa, lo spiega benissimo: ‘Potter non vende. Potter sta comprando! E perché? Perché noi siamo in preda al panico e lui no. Ecco perché. Sta sfruttando alcune occasioni’. Lionel Barrymore è il vecchio Mister Potter, finanziere spregevole e disonesto, un personaggio al sesto posto tra i migliori “cattivi” della cinematografia americana.
John Maynard Keynes disse che ‘i mercati sono mossi da spiriti animali e non dalla ragione’. Ecco perché non vanno chiusi: non ha senso se la pandemia è originata dai geni impazziti di un pipistrello o di un pangolino. Per Keynes lo spirito animale è l’impulso spontaneo all’azione piuttosto che all’inerzia, e non il risultato di una media ponderata dei benefici quantitativi moltiplicata per la relativa probabilità. E si tratterebbe di un calcolo un po’ troppo complicato per la sfaccettata governance del pianeta.