I Nuclei antisofisticazione dell'Arma hanno svolto diversi controlli in case di riposo, da Vibo Valentia a Cagliari, da Roma a Pescara, riscontrando irregolarità e, in alcuni casi, "gravi non conformità" relative alle misure necessarie per la prevenzione dal Sars-Cov-2
Sono 1.998 gli anziani morti all’interno delle 65 Rsa nella Bergamasca dal 1 gennaio, 1.322 in più rispetto allo stesso periodo del 2019. A fornire i dati in una delle aree d’Italia più colpite dalla pandemia di coronavirus è il procuratore della Repubblica facente funzione di Bergamo, Maria Cristina Rota, dopo le prime indagini per epidemia colposa e omicidio colposo, ancora a carico di ignoti, nate in seguito a 13 esposti su altrettante strutture. Dalle rilevazioni degli inquirenti è anche emerso che solo otto di tutte le Rsa della provincia hanno accolto malati Covid dimessi dagli ospedali.
Le informazioni fornite dal procuratore arrivano nello stesso giorno in cui i Nas dei Carabinieri hanno svolto diverse ispezioni in case di riposo e strutture per anziani in tutta italia riscontrando irregolarità e, in alcuni casi, “gravi non conformità” relative alle misure necessarie per la prevenzione dal Sars-Cov-2.
Tra le varie ispezioni segnalate, i Nas di Catanzaro segnalano quella in una struttura in provincia di Vibo Valentia dove sono state riscontrate gravi non conformità che hanno portato a una sanzione nei confronti del rappresentante legale. Nel Messinese, invece, una struttura già oggetto di una precedente ordinanza di sospensione con trasferimento degli ospiti in altre residenze non aveva rispettato questi provvedimenti, continuando a operare pur non essendosi adeguata alle misure preventive. I responsabili sono stati deferiti all’autorità giudiziaria ed è stata informata anche l’autorità sanitaria.
In provincia di Trapani, una struttura del valore di 250mila euro è risultata priva dei requisiti igienico-strutturali. Il sindaco ha così emesso un provvedimento di chiusura e gli ospiti trasferiti dai propri familiari. A Pescara, invece, i Nas hanno scoperto due strutture per anziani sprovviste di autorizzazione e prive dei requisiti strutturali minimi. Ed ancora: in provincia di Cagliari è stata chiusa una comunità per anziani perché i Nas hanno accertato la reiterata mancanza di requisiti organizzativi e strutturali tra i quali, per esempio, l’uso di acqua proveniente da un pozzo non potabile. Un comune lucano, poi, a seguito di una segnalazione effettuata da parte del Nas di Potenza, ha disposto la chiusura di una casa di riposo in quanto priva dei requisiti organizzativi e delle figure professionali previste dalla legge. Ispezioni anche a Ragusa, dove i Carabinieri hanno deferito una persona in stato di libertà all’autorità giudiziaria. L’indagata è la titolare di una casa albergo ed è accusata di non aver rispettato le prescrizioni sul distanziamento sociale.
In una Rsa abruzzese dell’Asl Lanciano-Vasto-Chieti, i Nas hanno accertato che oltre 40 persone, tra anziani e operatori sanitari, sono risultate positive. La titolare della casa di riposo è stata segnalata all’autorità amministrativa. In tre Residenze nel Cagliaritano, “Villa Lavinia” di Quartu Sant’Elena, “Villa Giovanna” di Sinnai e “Residenza Vittoria” di Assemini, sono emerse mancanza di autorizzazioni, sovraffollamento e problemi strutturali, come l’assenza dell’allaccio alla rete idrica.
C’è un’altra Rsa coinvolta nelle indagini della Procura di Como per omicidio colposo ed epidemia colposa al momento a carico di ignoti per le morti di ospiti e pazienti per sospetto Covid-19. La nuova residenza per anziani si aggiunge alle altre sei e a due ospedali del Comasco finite al centro di tre fascicoli aperti dai pm coordinati da Procuratore Nicola Piacente in seguito a segnalazioni da parte dei parenti delle persone decedute, una denuncia del Codacons e anche di un medico. In un esposto sono state segnalate 40 morti sospette in una Rsa.
Proseguono i controlli anche sulle Rsa e le strutture socio-assistenziali private accreditate nel Lazio. “Sono ad oggi 580 le strutture per anziani ispezionate su tutto il territorio”, ha affermato l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato. Nella Asl Roma 1 “è sempre attenzionata la situazione dell’Ateneo Salesiano dove è in corso l’indagine epidemiologica e sono stati effettuati i tamponi a tutti gli ospiti dell’Università Pontificia Salesiana”.