La riapertura delle scuole è fissata per il 4 maggio: per quella data il Lussemburgo avrà già fatto i tamponi a 8500 fra docenti e studenti. Ma il piano – che costa 40 milioni di euro – è quello di estendere i test ai 600mila residenti ai quali si aggiungono i 200mila frontalieri provenienti da Francia, Germania e Belgio. Il Regno Unito, invece, guarda alla fase 2 – della quale però non ha ancora annunciato nulla – anche con un’app che sarà pronta fra 2 o al massimo tre settimane.

Lussemburgo – Porterà avanti una campagna di test su tutta la sua popolazione per tracciare l’evoluzione dell’epidemia di Covid-19. Lo ha annunciato il ministro per la ricerca, Claude Meisch, specificando che l’obiettivo di testare gli oltre 600mila abitanti del Granducato potrà essere raggiunto “entro un mese, una cosa che non è stata prevista da nessun altro Paese”. Il governo conta di riuscire a realizzare 20mila test al giorno. Gli studenti e gli insegnanti saranno i primi a essere esaminati su base volontaria in vista della ripresa delle lezioni, programmata per il 4 maggio. Saranno previsti dei test anche per gli oltre 200mila frontalieri che lavorano nel Gran Ducato. “Più test significa ridare un po’ di libertà a tutti”, ha detto Meisch. L’operazione, che potrà contare su 17 centri per il test, ha un costo di 40 milioni di euro e sarà finanziata dal Ministero della ricerca. Finora il Lussemburgo ha identificato 3.900 contagi (3.900 rpt) e registrato 88 decessi. È il Paese col pil pro-capite più alto del mondo (oltre 115mila dollari), dove lo Stato ha deciso di investire 500 milioni di euro all’anno per garantire a tutti la gratuità sui mezzi pubblici (prima classe esclusa) e favorire così la mobilità sostenibile.

Regno Unito – L’applicazione per smartphone da utilizzare come misura anti-contagio contro l’epidemia da coronavirus è destinata a essere “tecnicamente pronta” fra due o tre settimane ha assicurato Matthew Gould, responsabile dell’Nhs, il servizio sanitario britannico, nel corso di una audizione alla Camera dei Comuni. La versione ‘Made in Uk’ dell’app, come spiega il sito della Bbc, lancia una allerta agli utenti nel caso in cui si trovino nelle vicinanze di individui che sono segnalati come positivi al coronavirus. Questo riguarda i contatti diretti tra persone ma c’è anche l’opzione che permette di segnalare i contatti indiretti, ‘passando’ l’informazione su qualcuno affetto da Covid-19 a utenti più lontani. Nel suo intervento Gould ha sottolineato che il programma per telefonini è solo una delle misure per poter uscire dalla fase di ‘lockdown’. La Gran Bretagna per la sua ‘app’ segue l’approccio cosiddetto ‘centralizzato’, rispetto a quello ‘decentralizzato’ proposto dai colossi Google e Apple: nel primo caso i codici sono meglio controllabili perché registrati in un server centrale (non sui singoli dispositivi come nel secondo) ma possono sorgere delle obiezioni sul rispetto della privacy.

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