Quali sono, e saranno, le principali conseguenze dell’emergenza Coronavirus sul mercato immobiliare commerciale italiano? In un recente articolo, Immobiliare.it analizza gli scenari a cui il comparto potrebbe andare incontro nei prossimi mesi.
L’interesse per il mattone rallenta
Un 2019 concluso in modo molto positivo, un 2020 partito bene con volumi elevati di compravendite per tutti i settori, ma il comparto commerciale potrebbe subire una pesante battuta d’arresto nei prossimi mesi. Sono queste le principali evidenze messe in luce dall’ultimo report sul tema curato da CBRE. L’arrivo dell’epidemia di Covid-19 ha infatti congelato alcune delle transazioni che erano partite nei mesi scorsi e che si sarebbero dovute concludere in questa fase. Queste circostanze, inevitabilmente, pensano sul mercato immobiliare che registra un marcato rallentamento.
Gli aspetti più colpiti e le conseguenze
La diminuzione del flusso delle entrate, il peso dei costi fissi sul totale e l’aumento dei debiti a breve termine: questi sarebbero i principali aspetti colpiti dall’emergenza. Difficile ancora stimare in modo più preciso le ricadute economiche, molto dipenderà da quanto ancora persisterà questa fase di chiusura. A risentirne maggiormente saranno senza dubbio il settore del turismo e del tempo libero più in generale. Certamente nel nostro Paese a ripartire prima sarà il turismo interno, meno influenzato dagli spostamenti per via aerea.
Quali sono i possibili scenari
Gli esperti del CBRE ipotizzano due possibili scenari per il comparto a livello europeo. Il primo caso presuppone che l’emergenza venga contenuta nel giro di cinque mesi circa. Se così fosse l’immobiliare commerciale potrebbe avere una parziale ripresa già entro la fine del 2020: la perdita sarebbe in questo scenario più contenuta, con un totale di 72 milioni di visitatori in media in meno.
La seconda ipotesi, invece, vede maggiori difficoltà nell’immediato futuro con cifre in ripresa solamente dopo il 2021, a causa di misure più prolungate di contenimento del virus. In questo caso per il 2020 si prevedono 263 milioni di arrivi in meno rispetto all’anno scorso, con un calo complessivo del 17,9%.